Google raccoglieva dati sensibili dalle reti Wi-Fi non protette con le Google Cars

Nuovo provvedimento nei confronti del colosso della tecnologia di Mountain View: Google dovrà pagare una multa a causa di pratiche scorrette di raccolta dati.

Nel 2019 non sembrano più stupire le notizie di grandi compagnie che, in un modo o nell’altro, hanno violato la privacy di ignari utenti online.
Eppure, dopo i grandi scandali della storia del web, tra cui il più recente e importante quello di Cambridge Analytica in relazione alle informazioni inserite sul social network di Facebook, ancora oggi continuano a tornare a galla le magagne di alcune delle società più importanti.

Questa volta parliamo di Google, e di una violazione dei dati sensibili che risale a quasi dieci anni fa.

Lo scandalo Wi-Spy

Era il 2010 quando un gruppo di protezione della privacy tedesco si accorse di una pratica diffusa e poco trasparente di Google che, attraverso le sue famose auto Google Car, riusciva a raccogliere informazioni sensibili dalle reti Wi-Fi non protette di tutto il mondo.

Le speciali automobili, dotate di telecamere a 360 gradi per la mappatura delle strade, erano fornite di un software in grado di recuperare informazioni sensibili.
Ciò vuol dire che mentre l’auto era impegnata a solcare le strade di tutto il globo, l’apparecchiatura a bordo rilevava reti Wi-Fi libere, e da esse carpiva tutte le informazioni delle persone collegate a queste ultime.

Si trattava naturalmente di reti libere, motivo per il quale Google in un primo momento si è difesa asserendo che non sussisteva violazione, dal momento che l’accesso alla rete era sprovvisto di adeguata protezione.

Il caso fu sollevato da 20 querelanti che, grazie ad una class action, riuscirono a fare causa al gigante delle ricerche online. Dopo nove anni, il tribunale ha stabilito un risarcimento simbolico per le persone danneggiate da questa pratica di 13 milioni di dollari. Nello specifico, però, non potendo essere identificate tutte le persone dalle quali Google ha ottenuto le informazioni sensibili, una parte dell’ammenda sarà divisa tra i 20 querelanti e le relative spese legali, mentre il rimanente sarà devoluto ad associazioni per la tutela della privacy.

Non è la prima volta

Già in passato Google si è ritrovata alle prese con la stessa questione, sollevata nel 2013 da 38 paesi diversi, che accusavano Google di “rubare” dati attraverso le sue auto del programma Street View.
All’epoca la società di Larry Page e Sergey Brin era stata condannata a pagare una multa di 7 milioni di dollari, oltre ad acconsentire alla distruzione di tutti i dati raccolti.

Dopo l’ultima multa di 13 milioni di dollari, però, Google ha di nuovo promesso di cancellare tutte le informazioni raccolte, nonostante avesse dovuto già provvedere ben sei anni fa.


Google raccoglieva dati sensibili dalle reti Wi-Fi non protette con le Google Cars - Ultima modifica: 2019-07-24T18:44:02+00:00 da Maria Grazia Tecchia

Giornalista, blogger e content editor. Ha realizzato il sogno di coniugare le sue due più grandi passioni: la scrittura e la tecnologia. Esperta di comunicazione online, da anni realizza articoli per il web occupandosi della tecnologia a più livelli.

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