Google Cloud Next di aprile, l’annuale evento organizzato a San Francisco dall’azienda di Mountain View, quest’anno ha ospitato oltre 30mila partecipanti. Sundar Pichai, CEO di Google ha presentato le novità di Google Cloud.
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Le più rilevanti sono:
La piattaforma Anthos consentirà agli sviluppatori di impacchettare il loro codice una volta sola, quindi di eseguirlo su diversi tipi di cloud, per questo farà risparmiare un sacco di tempo. Attualmente uno sviluppatore potrebbe dover scrivere codice per un’app in esecuzione nel proprio data center, per poi doverlo riscrivere su un altro cloud o in Google Cloud, con Anthos lo potrà fare solo una volta.
Mentre il nuovo tipo di cloud storage ci consentirà di archiviare informazioni, anche mail, per anni e potervi accedere immediatamente al bisogno. È come un’unità di archiviazione digitale e potrebbe essere particolarmente utile per le aziende che devono archiviare i dati per motivi legali o di conformità.
L’utilizzo più frequente di Google Cloud è l’analisi. Le BigQuery o Data Warehouse sono uno degli strumenti basati su cloud per la memorizzazione dei dati in grado di analizzarne velocemente grandi quantità.
Le aziende possono apprendere dai dati e ottenere nuove informazioni che sarebbero difficili da ottenere dai tradizionali data warehouse non cloud. Le nuove funzionalità semplificano l’acquisizione dei dati nel cloud, la pulizia, eliminando le informazioni duplicate, e l’organizzazione.
Una delle aree in cui Google eccelle e su cui può fare leva è di certo l’AI e il machine learning, grazie a diversi tool utili a scienziati dei dati e sviluppatori, reso anche alla portata di molti con il migliorato AutoML, che può automaticamente addestrare modelli. In occasione dell’ultimo Next, è stata rilasciata in beta “AI Platform”, piattaforma di servizi di intelligenza artificiale volta a consentire ai team di sviluppo di realizzare e gestire su Cloud e on-prem progetti di Machine Learning tramite un’interfaccia condivisa. Al contempo sono state potenziate le funzioni di BigQuery per consentire più evolute analisi predittive.
Ulteriore novità di rilievo è Cloud Code: il nuovo tool è stato lanciato per permettere agli sviluppatori di realizzare applicazioni native Cloud, eliminando un’ampia fetta di operazioni e configurazioni precedentemente necessarie, accelerando, quindi, il processo di sviluppo e invio per test e produzione su cluster Kubernetes.
Da Kurian stesso, con il mantra “Your Data is Your Data”, è stata sottolineata l’attenzione non solo alla sicurezza, ma anche alla tutela e alla trasparenza dei dati, ponendo l’accento su come Google non possa leggere i dati e, al contempo, garantisca la massima trasparenza e anche il controllo sulla dislocazione geografica dei server utilizzati, rendendo quindi le soluzioni offerte anche uno strumento in più per adeguarsi alle previsioni di normative europee, come il GDPR.
L’annuale ricorrenza sembra aver inaugurato un’interessante stagione di crescita di Google Cloud e di rinnovamento del mercato, grazie a, non solo nuovi strumenti, ma un approccio strategico unico che va incontro alle esigenze di aziende e sviluppatori, stabilendo un’inusuale nuova apertura che privilegia il valore di innovazione e servizio.
Sei curioso di conoscere nel dettaglio le novità? Attendendo la presentazione del 25 al MiCo perché non leggi il nostro articolo
“Digitalic n.83, Uomini nel cloud.”
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