Google acquisisce HTC, o meglio il pezzo più significativo: la divisione Smartphone che ha seguito lo sviluppo di Pixel, lo smartphone progettato da Google.
Google, insomma, con HTC fa un altro acquisto nel mondo dell’hardware degli smartphone, o almeno delle persone capaci di crearlo.
La società ha appena confermato che sta pianificando l’acquisizione di una parte del team della divisione mobile di HTC. “Questi futuri colleghi sono persone fantastiche con cui abbiamo già avuto modo di lavorare per la linea di smartphone Pixel e non vediamo l’ora di vedere cosa potremo fare insieme come team unico”, ha affermato Rick Osterloh, il responsabile dell’hardware di Google; “l’accordo include anche una licenza non esclusiva sulla proprietà intellettuale di HTC”, ha proseguito Osterloh.
Indice dei contenuti
HTC, comunque, continuerà ad andare avanti con la produzione di smartphone, anche dopo aver spostato un’ampia porzione dei suoi talenti e operazioni in Google. L’accordo non prevede vengano trasferite quote societarie. L’accordo ammonta a circa un miliardo di dollari americani.
Questa è la seconda volta che Google effettua una grossa acquisizione che riguarda produttori di smartphone. Sei anni fa aveva annunciato nel 2011 l’acquisto di Motorola Mobility per $12,5 miliardi: “insieme creeremo una fantastica user experience atta a migliorare l’intero ecosistema Android, a beneficio di tutti i consumatori, partner e sviluppatori ovunque”, aveva dichiarato il CEO Larry Page.
Sotto la direzione di Google, Motorola ha aperto poi una fabbrica americana in grado di fornire un’impareggiabile capacità di personalizzazione dei dispositivi per il suo smartphone di punta Moto X. Già a gennaio 2014, però, Google ha concluso la sua strada insieme al marchio Motorola, vendendo la compagnia a Lenovo per solo una frazione del prezzo originariamente pagato. L’accordo con Motorola è stato visto come una scorciatoia per ottenere brevetti di valore in un periodo in cui le liti in tal senso in ambito tech erano all’ordine del giorno, anche se, col senno di poi, risulta difficile poter definire questa vicenda un successo.
Terminato l’esperimento con Motorola, Google ha poi proseguito sulla sua strada con il programma Nexus, stringendo partnership con produttori di smartphone al fine di far realizzare modelli con la versione del sistema operativo Android gestita direttamnete.
Google ha poi, l’anno scorso, intrapreso una strada più impegnativa nel prendersi la responsabilità dello sviluppo dell’hardware con il debutto di Pixel e Pixel XL, Home e WiFi. HTC si era in realtà posta nella posizione, di fatto, di contractor silenzioso, producendo entrambi i modelli di Pixel nel 2016, disegnati e commercializzati come dispositivi Google. L’acquisizione di una sostanziosa fetta del team responsabile degli smartphone HTC significa che il colosso di Mountain View intende porsi in competizione diretta coi partner Android, inclusi Samsung, LG e Huawei, ancora di più di come precedentemente fatto come compagnia proprietaria di Motorola. “Siamo molto eccitati dalla linea del 2017, ma ancora più ispirati da cosa ci aspetta fra 5, 10, o anche 20 anni. Creare prodotti magnifici su cui le persone ripongono fiducia ogni singolo giorno è un viaggio e noi stiamo investendo sul lungo periodo”, ha dichiarato Osterloh.
Questa mossa potrebbe portare Google più vicina raggiungere la sinergia hardware/software che ha funzionato così bene per la Apple con l’iPhone, anche se HTC e altri venditori di Android utilizzano ancora processori e altre componenti di massa nei loro dispositivi.
Nel frattempo HTC, un tempo un’azienda fissata con i dispositivi Windows Mobile, ha raggiunto la maturità di una storia decennale con Google e con il sistema operativo Android. Il modello HTC Dream è stato il primo dispositivo Android commerciale, quando è stato lanciato nel 2008, e non molto dopo HTC ha aiutato Google a lanciare la linea di prodotti Nexus, in quanto produttore dello smartphone Nexus One nel 2010. HTC è anche strettamente collegato al debutto delle reti cellulari 4G negli Stati Uniti e il suo Evo 4G è stato il primo dispositivo a supportare l’ormai defunta tecnologia WiMax di Sprint. Nel 2011, poi ha fatto un altro salto tecnologico con Thunderbolt, il primo dispositivo con capacità LTE sulla rete Verizon Wireless. Negli anni che sono susseguiti HTC ha mantenuto la sua fetta di dispositivi preferiti dai fan, come per il One M7, l’HTC 10, l’U11, ma anche di errori di calcolo, come per il One M8 e l’U Ultra.
Nonostante, però, la capacità comprovata di questa azienda di disegnare e produrre hardware eccellente, HTC, negli ultimissimi anni, non è stata in grado di creare dei prodotti di grandissimo successo fra i consumatori, in grado di avvicinarsi alle vendite dei telefoni Android di Samsung o, tanto meno, iPhone. Detto questo, risulta abbastanza sorprendente che HTC voglia proseguire a operare con la sua unità smartphone anche dopo l’accordo siglato con Google.
I prossimi prodotti hardware Google, che includeranno anche il Pixel 2 realizzato da HTC, il Pixel 2 XL prodotto da LG, Home Mini e il Pixelbook, saranno ufficialmente presentati il 4 ottobre a San Francisco.
I Podcast hanno conquistato l'Italia, qui la lista dei migliori Podcaster Italiani in base al…
Le due startup italiane SWITCH e Wayla raccolgono fondi per rivoluzionare il trasporto urbano con…
Il report di NTT DATA esplora il divario tra innovazione AI e responsabilità, evidenziando l'importanza…
Microsoft ha presentato il Majorana 1, un chip quantistico topologico che punta a risolvere problemi…
L’intelligenza artificiale può simulare, comprendere e suscitare emozioni, creando un dialogo emotivo che richiede consapevolezza.…
Meta AI ha sviluppato una tecnologia per decodificare l'attività cerebrale in testo tramite reti neurali…
Via Italia 50, 20900 Monza (MB) - C.F. e Partita IVA: 03339380135
Reg. Trib. Milano n. 409 del 21/7/2011 - ROC n. 21424 del 3/8/2011