Il “domani”è già arrivato in casa Fujitsu, che racconta la sua visione e strategia globale in occasione della tappa milanese del World Tour 2014. Tutto parte dall’uomo per costruire intorno lui un ambiente intelligente che comprende le esigenze più profonde delle persone e quindi delle aziende
di Cecilia Cantadore
Un tour mondiale che tocca 23 paesi e incontra oltre 8.000 clienti e partner è stata la buona occasione per fermarsi a guardare la nostra era la“Digital Industrial Revolution” e provare ad analizzarne i meccanismi attraverso gli occhi di Fujitsu.
Siamo nell’epoca dei Big data, dell’Internet delle cose, dei social e la tecnologia si evolve a ritmi frenetici, anche per questo l’evento è iniziato al suono dei tamburi giapponesi.
Federico Francini, presidente e Amministratore Delegato di Fujitsu Italia, ha spiegato come la visione aziendale sia “human centric”: la tecnologia non può prescindere dall’essere al servizio dell’uomo. “Bisogna prepararsi al traguardo del 2020, costruire un’architettura tecnologica in linea coi tempi. Il mondo digitale cambia velocemente, è fondamentale porre grande attenzione alle soluzioni emergenti e ai nuovi player. Bisogna affrontare la strategia di business di dopodomani, del futuro, perché il domani è già arrivato”. L’approccio Fujitsu è proprio questo, bimodale, coniuga l’efficienza per le esigenze odierne allo sguardo rivolto verso il futuro.
Non serve la sfera di cristallo, basta utilizzare sapientemente gli asset digitali in termini di dati e informazioni per prevedere i trend, anticipare la domanda. “Oggi non ha senso difendere la base clienti, non è quello che fa la differenza, con i social network i clienti sono raggiungibili da tutti. È il servizio che deve fare la differenza, vince il concetto della condivisione e dell’innovazione”.
Il concetto di servizio è stato alla base anche dell’intervento di Vito Di Bari, uno dei più importanti futuristi al mondo e Innovation Designer della candidatura Italiana a Expo 2015. Secondo lui, “il futuro non prende alle spalle ma per non farsi cogliere impreparati bisogna leggerne i segnali deboli”. Con l’internet delle cose, tutto va a impattare sulle persone, sulla loro giornata tipo. Probabilmente fra qualche decennio la tecnologia avrà cambiato completamente le nostre vite: tutti avremo in casa un stampante 3D, faremo shopping virtuale, acquisteremo i cavalli dell’automobile a seconda del viaggio che stiamo per affrontare. Ci saranno meno prodotti intesi nel senso tradizionale del termine e più servizi. Se la crisi economica attuale è dovuta agli oggetti del futuro, questi sono anche una grande opportunità.
Joseph Reger, CTO global di Fujitsu, colui che “pensa” la tecnologia del futuro di Fujitsu nel mondo, ha raccontato quali siano i suoi “sogni nel cassetto”, in quale direzione desideri muovere la visione di Fujitsu. È emersa la volontà di utilizzare la grande mole di dati, informazioni e le nuove tecnologie per risolvere i problemi della società: dalla cura degli anziani all’agricoltura, dalla prevenzione del traffico a quella dei disastri naturali, dall’urbanizzazione al controllo dell’inquinamento. Altri suoi desideri sono quelli di creare delle batterie che durino tanto nel tempo ed eliminare i problemi di connessione e compatibilità tra diversi device.
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