Un gruppo di ricercatori tedeschi ha sviluppato un metodo per sfruttare i segnali WiFi per catturare le immagini olografiche in 3D di oggetti attorno ad una rete, anche attraverso barriere solide come le porte e le pareti. La chiave i questa tecnologia sta nella registrazione delle forme che si vengono a creare da radiazioni sconnesse, ovvero dalle onde elettromagnetiche che rimbalzano gli oggetti durante l’attraversamento dell’aria.
La ricerca che sta dietro a questo metodo di imaging in 3D, iniziata come progetto di tesi di laurea prima di essere esaminata e sviluppata in uno studio più grande, è stata originariamente pubblicata nella rivista Physical Review of Letters all’inizio di questo mese. La tecnica descritta nello studio è in grado di fornire immagini di frequenza pari a 10 volte al secondo, ricreando il contenuto di un intero edificio in una simulazione su larga scala.
L’utilizzo di WiFi per l’imaging non è un concetto nuovo, ma gli autori dello studio dietro a questa nuova avventura affermano che per la prima volta i segnali siano stati utilizzati per riprodurre gli ologrammi 3D in grandi spazi. Il sistema non è abbastanza preciso da distinguere molti dettagli per ora, ma è in grado di identificare figure generiche e individuali all’interno di uno spazio.
“Se c’è una tazza di caffè su un tavolo, si potrebbe vedere che c’è qualcosa, ma finora non è mai stata definita la forma di quel determinato oggetto” ha dichiarato Philipp Holl, uno studente di fisica dell’università di Monaco di Baviera che ha collaborato allo studio “Da oggi si potrebbe scoprire la forma di una persona o di un cane su un divano, in realtà, di qualsiasi oggetto o presenza di dimensioni superiori a quattro centimetri”.
Il metodo utilizza i segnali WiFi per eseguire la scansione di una stanza, che funge da impianto radar a bassa potenza. I dispositivi di trasmissione, come i nostri telefoni e altri dispositivi elettronici, agiscono come lampadine per il sistema di imaging, che dipende da due antenne: uno scanner incaricato di mappare un piano 2D e un altro che registra il segnale.
Una volta che le antenne raccolgono i dati dell’immagine, la vista tridimensionale degli oggetti e degli emettitori viene alimentata da un algoritmo di ricostruzione digitale che crea la mappa dell’ologramma degli oggetti all’interno dello spazio. Con un numero maggiore di antenne di scansione, il sistema potrebbe essere sempre più veloce e più preciso, secondo Holl.
Sebbene si tratti di una tecnologia allo stato embrionale, questo metodo mette in luce una possibilità di sistemi di sorveglianza dei segnali cellulari che corrispondono ad un’invasione della privacy senza precedenti.
Le applicazioni nel mondo reale che i ricercatori immaginano meno preoccupanti, come ad esempio il monitoraggio di strumenti e attrezzature in una fabbrica, missioni di ricerca e salvataggio per trovare persone intrappolate negli edifici, ma sta di fatto che la riservatezza dovrebbe essere una preoccupazione importante nel corso dello sviluppo di questo sistema.
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