Il primo modello di ciò che si sarebbe poi chiamato Fax è nato a Siena dagli studi dell’Abate Giovanni Caselli che ha perfezionato il telegrafo fino ad arrivare all’invenzione del Pantelegrafo (dall’unione delle parole pantografo e telegrafo).
Anche Caselli è stato un “cervello in fuga”. Per ottenere i finanziamenti necessari ala sua ricerca emigrò in Francia, dove trovò capitali e soci per portare avanti la sua invenzione.
Il Pantelegrafo era in grado di riprodurre a distanza la scrittura e qualsiasi segno grafico che veniva inciso su una tavoletta di metallo con inchiostro elettricamente isolante, questi tratti venivano scansionati da un pennino per linee successive e il tracciato era trasmesso attraverso il telegrafo. Dall’altra parte un altro pennino riproduceva il tracciato dando una scarica elettrica in corrispondenza delle linee, una sorta di carta chimica sensibile all’elettricità si scuriva in corrispondenza delle scariche. La diffusione su larga scala del Pantelegrafo fu fermata in Francia e poi in Inghilterra dalle guerre, ma la sua idea di base ha portato al fax e a innumerevoli altri strumenti.
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