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Facebook fa anche gli switch: Wedge, lo switch open source

Il leader indiscusso dei social network vuole dire la sua anche nel settore delle infrastrutture di rete per datacenter. Sono già pronti i primi prototipi

Di Fabio Bossi

Durante la recente Gigaom Structure Conference, che si è tenuta a San Francisco alla fine di giugno, l’azienda di Mark Zuckeberg ha annunciato di aver concluso, nell’ambito dell’Open Compute Project (OCP), lo sviluppo dello switch “top-of-rack” chiamato Wedge ed equipaggiato con un proprio sistema operativo, FBOSS, basato ovviamente su Linux. Alla progettazione dello switch hanno partecipato aziende del calibro di Broadcom, Intel, Mellanox ed Accton, mentre Cumulus Networks e Big Switch Networks hanno contribuito alla realizzazione della parte software.
Il progetto del nuovo switch, di cui alcuni prototipi sono già stati messi al lavoro nei datacenter di Facebook, sarà reso disponibile con licenza open source entro la fine dell’anno, se tutto andrà come previsto, e quindi potrà essere adottato anche da altre aziende che non hanno le risorse necessarie allo sviluppo di propri sistemi.
La “filosofia” SDN (Software Designed Networking) dello switch Wedge prevede la separazione fra hardware e software con lo scopo di rendere il dispositivo più flessibile, scalabile ed efficiente. Dotato di 16 porte Ethernet da 40 Gigabit/s l’una, espandibili fino a 32, lo switch Wedge include in un unico chassis due alimentatori, un ASIC (Application Specific Integrated Circuit) standard con le interfacce di rete e un microserver, nello specifico basato su di una scheda “Group Hug” realizzata sempre nell’ambito del progetto Open Compute. Tutti i componenti dello switch, così come il suo chassis, possono però essere sostituiti con elementi dimensionati in base alle diverse esigenze, grazie al suo design modulare.
Per esempio, nei primi prototipi il “Group Hug” è un modello dotato di un processore Intel, ma grazie all’open form factor di questo progetto sarà possibile adottare soluzioni basate su di un’ampia gamma di Cpu, comprese quelle prodotte da AMD e quelle basate su architettura ARM.
Dal punto di vista software, invece, il sistema operativo FBOSS basato su Linux rende in pratica lo switch un ulteriore server (che addirittura potrebbe essere basato sullo stesso hardware dei server ad esso collegati), che come tale può essere monitorato e gestito esattamente con le stesse modalità.
Questa soluzione permette di ottimizzare l’uso dei collegamenti di rete, di risolvere più facilmente eventuali problemi e di reagire molto rapidamente ai cambiamenti improvvisi del traffico nel network. Nell’annuncio di Wedge che Facebook ha pubblicato in un suo blog è stato infatti sottolineato come, grazie alla sua particolare tecnologia, il nuovo switch abbia permesso di incrementare del 90% il traffico nelle risorse di rete perimetrali del datacenter.
Per ora i vendor tradizonali del settore non hanno mostrato particolari preoccupazioni in seguito dell’annuncio di Wedge, anche se diversi analisti sostengono che lo switch di Open Compute potrebbe minacciare parte del loro business. I dirigenti di Cisco System e Juniper Networks, due delle aziende che potrebbero soffrire maggiormente per gli sviluppi del progetto, hanno però dichiarato che lo switch Wedge porta dei costi nascosti e che potrà essere interessante solo per un limitato numero di utenti, ovvero quelli con infrastrutture molto grandi, se non gigantesche, come quelle di colossi quali Facebook, Google e Amazon.


Facebook fa anche gli switch: Wedge, lo switch open source - Ultima modifica: 2014-07-26T12:47:59+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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