Droni a riconoscimento vocale, cosa fanno

In arrivo nuovi droni a riconoscimento vocale, droni speciali in grado di ascoltare i rumori e riconoscere le voci degli esseri umani: grazie all’intelligenza artificiale, i moderni mezzi volanti diventano utili per trovare dispersi ed essere d’aiuto in caso di disastri naturali. Questa novità è al centro di un progetto lanciato dagli ingegneri dell’istituto Fraunhofer Fkie in Germania, i quali hanno costruito un prototipo di drone progettato per trovare le persone rilevando le urla umane e ascoltando altri segnali di Sos, veri droni a riconoscimento vocale. Dopo la presentazione del progetto in patria, i ricercatori tedeschi hanno introdotto i nuovi droni in un evento organizzato negli Stati Uniti, dove i loro prodotti hanno attirato l’attenzione di numerose aziende e organizzazioni impegnate in operazioni di soccorso.

 

Droni a riconoscimento vocale, per soccorso

Già da qualche anno veicoli aerei senza equipaggio e droni sono usati per missioni di ricerca e salvataggio quando si verificano disastri naturali. Molto spesso questi mezzi scattano immagini aeree dei danni strutturali; alcuni hanno la capacità di creare una mappa con imaging termico per la scansione del calore corporeo, mentre i droni più grandi possono portare forniture mediche e altri beni alle persone in aree isolate. Allo stesso modo i droni a riconoscimento vocale creati da Fkie sono l’ideale per scenari post-disastro, come terremoti, uragani e incendi. Possono librarsi sopra un’area che le squadre di soccorso hanno difficoltà a raggiungere e individuare dove le persone potrebbero essere intrappolate. “Un drone può coprire un’area più ampia in un periodo di tempo più breve rispetto ai soccorritori o ai cani addestrati a terra – ha detto la ricercatrice Macarena Varela a capo del programma – se c’è un edificio crollato, un drone può allertare e assistere i soccorritori”.

Il drone che riconosce i rumori

Per creare la nuova classe di droni per il soccorso, il team di Varela ha prima registrato delle grida ed esclamazioni ricorrenti nelle situazioni considerate. Quindi, ha analizzato ciascuna frequenza dei suoni per trovare tratti comuni che sono stati poi utilizzati per addestrare un software di intelligenza artificiale. I ricercatori hanno lavorato per filtrare il rumore creato dai rotori dei droni e altri suoni ambientali. Una volta completata la parte software, hanno assemblato un sistema di minuscoli microfoni digitali, come quelli che si trovano negli smartphone e negli apparecchi acustici. Il team ha posizionato il gruppo di microfoni su un drone e ha utilizzato tecniche di elaborazione del segnale che gli hanno permesso di tracciare la provenienza dei rumori umani. Il sistema ha anche migliorato il volume e la chiarezza del suono. Finora hanno condotto con successo esperimenti in campo aperto.

 

Le parole dei ricercatori

“Siamo già riusciti a rilevare e localizzare i suoni in modo molto preciso, nonostante la presenza del rumore dei droni – ha affermato Varela -. Successivamente vorremmo aggiungere un microfono a frequenza più alta su un drone così da acquisire un maggior numero di segnali audio. L’idea è di captare i rumori a centinaia di metri di distanza. In futuro, i dati sulla posizione delle vittime potrebbero essere inviati in modalità wireless alle squadre di emergenza che trasportano un tablet”. Dall’annuncio della loro invenzione nei mesi scorsi, i ricercatori tedeschi sono stati contattati da varie organizzazioni interessate a collaborare ai droni a riconoscimento vocale. Non sono mancate critiche al team di Varela, dato che gli strumenti potrebbero essere usati anche contro la volontà di chi viene cercato. Per ora però i droni in grado di riconoscere le voci vengono presentati solo come prodotti per facilitare le operazioni di soccorso.


Droni a riconoscimento vocale, cosa fanno - Ultima modifica: 2021-07-15T08:16:20+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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