La dipendenza da videogiochi diventa una malattia mentale ufficialmente riconosciuta dell’OMS. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha incluso infatti il “disturbo del gioco” in una bozza della sua 11a International Classification of Diseases (ICD) la classificazione internazionale delle malattie – un libro usato da ricercatori e medici per tracciare e diagnosticare le malattie – descrivendola come “un modello di comportamento di gioco persistente o ricorrente”. Questo può includere un mancato controllo sulle attività di gioco e la sua gravità è che arriva fino al punto in cui “il gioco ha la precedenza su tutti gli altri interessi della vita e le attività quotidiane”.
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La voce inserita suggerisce che questi sintomi devono essere presenti per un periodo di almeno 12 mesi per giustificare una diagnosi. L’OMS non ha incluso indicazioni per la prevenzione o il trattamento della dipendenza da videogiochi.
La dipendenza da videogiochi coinvolge i bambini ma anche gli adulti, proprio la natura della malattia, così come viene descritta anzi la rende più evidenti negli adulti. I videogiochi prendono il sopravvento sugli altri interessi e sulle attività quotidiane e questo è più facilmente riscontrabile negli adulti, che hanno attività e interessi da seguire molto più stringenti da seguire, dimenticarli, abbandonarli a favore dei videogiochi risulta non solo più grave, ma anche più evidente.
Gli esperti hanno a lungo discusso se la dipendenza da videogiochi debba essere considerata un disturbo mentale. Uno studio del 2009 sulla rivista Psychological Science ha stimato che l’8,5% dei giovani statunitensi tra gli 8 e i 18 anni che giocavano ai videogiochi mostrava segni di dipendenza comportamentale da quei videogiochi. Quelli che sostengono la classificazione della dipendenza da videogiochi come un disturbo mentale che non è molto diverso dalla dipendenza da droghe e alcol.
Ma altri hanno sostenuto che la classificazione dell’OMS è scientificamente infondata. “Questa è stata una decisione poco pensata [dall’OMS]”, ha detto a Gizmodo Chris Ferguson, professore di psicologia alla Stetson University in Florida, che ha studiato come i videogiochi influenzano la società. “Le prove che abbiamo per ora suggeriscono che il ‘disturbo da gioco’ è solo sintomatico di altri problemi di salute mentale sottostanti e che il gioco è spesso usato come meccanismo di risposta per questi problemi”.
Il riconoscimento della dipendenza da videogiochi come malattia nella Classificazione Internazionale delle Malattie significa molte cose, a partire dal fatto che si potranno ottenere trattamenti specifici per la dipendenza da videogiochi nei centri per la cura delle dipendenze.
Disturbo di gioco 6D11
Categoria
Disturbi dovuti a comportamenti di dipendenza
Descrizione
Il disturbo di gioco è caratterizzato da un modello di comportamento di gioco persistente o ricorrente (“gioco digitale” o “videogioco”), che può essere online (ad esempio, su Internet) o offline, manifestato da: 1) compromissione del controllo sui giochi ( es. inizio, frequenza, intensità, durata, risoluzione, contesto); 2) crescente priorità data al gioco nella misura in cui il gioco ha la precedenza su altri interessi della vita e attività quotidiane; e 3) continuazione o escalation dei giochi nonostante il verificarsi di conseguenze negative. Il modello comportamentale è di gravità sufficiente a causare una compromissione significativa in aree di funzionamento personali, familiari, sociali, educative, professionali o di altro tipo. Lo schema del comportamento di gioco può essere continuo o episodico e ricorrente. Il comportamento di gioco e altre caratteristiche sono normalmente evidenti in un periodo di almeno 12 mesi per poter assegnare una diagnosi, sebbene la durata richiesta possa essere abbreviata se tutti i requisiti diagnostici sono soddisfatti ei sintomi sono severi.
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