Dopo le fake news, ecco i deepfake: grazie all’intelligenza artificiale e agli ultimi sviluppi dei programmi di montaggio, questo tipo di filmati sta apparendo sempre di più online portandosi dietro infinite critiche e problemi. Di recente perfino l’inventore di Facebook Mark Zuckerberg è stato vittima di un deepfake e, come capitato con altri, il video è diventato virale senza che molti utenti si accorgessero fosse falso. Ma non si tratta dell’unico problema portato dai deepfake.
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I deepfake sono dei video falsi fatti con le ultime tecnologie disponibili. I filmati vengono creati utilizzando video e registrazioni del passato, montati ad arte per far credere che la persona inquadrata abbia detto delle parole che in realtà non ha mai pronunciato. Grazie al sempre maggiore numero di immagini presenti nel mondo, per via della diffusione globale degli smartphone e delle loro fotocamere, nonché della capacità di internet di registrare e immagazzinare tutto, il materiale da cui attingere non manca, soprattutto per i volti noti.
Uno dei primi video deepfake divenuti noti al grande pubblico rappresenta la politica americana Nancy Pelosi mentre parla come se fosse ubriaca, ma si tratta di un falso. L’ultimo caso eclatante di deepfake ha riguardato Mark Zuckerberg: nel video si vede il CEO di Facebook quasi prendere in giro gli utenti che lasciano alla sua azienda i dati privati, ma anche in questo caso è un montaggio falsificato. In entrambi i video i movimenti e le parole degli interessati sono abbastanza lineari e realistici, rendendo difficile accorgersi che non siano veri.
L’intelligenza artificiale è parte integrante dei deepfake: i programmi con AI riescono ad analizzare migliaia di filmati e dividerli poi in fotogrammi e tracce audio così da essere assemblati in modo che i protagonisti dicano o facciano qualcosa che i creatori dei deepfake desiderano.
Di recente sono comparsi anche semplici e veloci siti web in grado di creare video con questo stile: dato che spesso non si conosce l’identità di chi c’è dietro questi siti, non è consigliabile caricare immagini e video privati su queste piattaforme. L’università di Carnegie Mellon ha analizzato migliaia di filmati deepfake, così come fatto dall’agenzia governativa DARPA degli Stati Uniti, a dimostrazione di come il problema sia conosciuto ai piani alti e di come si stia cercando di prendere precauzioni per evitare il proliferare di questo tipo di fake news. “Questi video rappresentano un problema – ha detto Aayush Bansal del dipartimento di informatica del college americano – è stato difficile capire che tali falsi sarebbero stati creati ad hoc per fini politici e avrebbero avuto un tale impatto. Trovare modi per rilevarli sarà importante per andare avanti”.
Come detto da Bansal, la pericolosità dei deepfake è già saltata all’occhio di molti: i politici potrebbero essere le principali vittime di tali stratagemmi e in vista delle elezioni presidenziali statunitensi del 2020 la tensione è alta. La paura è che, come capitato con i post sui social dei troll russi per la prima elezione di Donald Trump, i deepfake vengano creduti come veri e che questo possa influenzare il voto di milioni di persone. Per adesso bisogna fare affidamento solo sulla capacità degli utenti online di riconosce il falso, un compito che però si è già dimostrato quasi impossibile negli ultimi anni di internet.
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