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Arriva dall’Australia la novità che potrebbe cambiare il mondo dei computer. Ricercatori dell’ University of New South Wales hanno dimostrato come si possa scrivere su un microchip di silicio una versione quantistica di calcolo. Molti sono stati i materiali (cesio, alluminio, diamanti) sui quali i vari scienziati hanno lavorato per trovare la soluzione più efficace per creare per primi questo tipo di computer, ma gli australiani hanno vinto la gara puntando forte sul silicio perché elemento rintracciabile in tutti i dispositivi elettronici moderni, il che rende il loro codice quantistico più facile, più conveniente e altamente scalabile.
Per la prima volta gli australiani sono riusciti a “intrappolare” una coppia di bit quantistici – unità di informazioni quantistica nota anche come qubit – nel silicio. Infatti i Qubit consentono ai computer di accedere a un codice immensamente più ricco rispetto a quelli digitali attualmente utilizzati nei normali computer. In particolare i ricercatori hanno dimostrato come impigliando i due qubits, nel caso specifico un elettrone e un atomo di fosforo, questi rimangano connessi anche dopo essere stati separati, mantenendo entrambi memoria delle istruzioni dell’altro.
Spiega il professor Andrea Morello che ha guidato la ricerca: “I Qubit sono due oggetti fisici che hanno stati propri, immaginate una trottola che possa puntare a nord o a sud, o un circuito in cui la corrente possa scorrere in senso orario e antiorario, sono tutte possibilità binarie. Impigliando insieme questi due stati, ottengo la possibilità che queste possano avvenire in contemporanea e non in modo alternato.”
Inoltre questo garbuglio di Qubit porta in sé anche la possibilità di aumentare le combinazioni possibili rispetto a un computer digitale. Questo è il motivo per cui i computer quantistici sono superiori.
Per dimostrare tutto ciò in modo scientifico e matematico, la scoperta è stata sottoposta al Bells Test, il più severo e spietato test in grado di rilevare anche l’imperfezione più piccola. Il risultato è stato sorprendente: il punteggio più alto mai registrato in un esperimento. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Nature Nanotechnology.
Morello sostiene che attualmente è difficile comprendere il potenziale della scoperta, ma ritiene che la computazione quantistica potrebbe trovare un campo privilegiato di applicazione nella medicina. “Non sarebbe comodo avere un computer che ci potrebbe dire che sei affetto dal cancro e chiedergli quale molecola iniettare per sconfiggerlo? La ragione per cui non si può fare ora è perché, sebbene oggigiorno ci sia piena comprensione della pericolosità delle cellule tumorali, non c’è un computer che possa rispondere a questa domanda, in quanto si tratta di un problema di quantum. Questo è dove informatica quantistica potrebbe avere il maggiore impatto”.
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