Effetto Brexit su Google. Come riferito in esclusiva da Reuters, Google starebbe pianificando di spostare la giurisdizione dei profili degli utenti del Regno Unito (in Irlanda per la precisione) fuori dal controllo dell’Ue, per farli ricadere negli Stati Uniti. Sotto la giurisdizione americana. Quindi non più soggetti ai regolatori dell’Unione Europea della privacy e al GDPR
L’Irlanda fa parte dell’Unione Europea, quindi le sue leggi sui dati sono soggette alle solide leggi del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE, entrate in vigore nel 2018. Ben tre fonti hanno riferito a Reuters che la decisione di Google è stata motivata dall’incertezza sull’uscita della Gran Bretagna dall’UE, perché non è ancora chiaro se il Regno Unito adotterà regole simili al GDPR o stabilirà i propri standard in materia di protezione dei dati.
Sebbene originariamente il Regno Unito affermasse che avrebbe aderito agli standard GDPR, la decisione di Google suggerisce che non si fida della Gran Bretagna per raggiungere un accordo di adeguatezza.
Google ha tuttavia scritto in una nota che “Non cambierà nulla nei nostri servizi o nel nostro approccio alla privacy, incluso il modo in cui raccogliamo e utilizziamo i dati e come rispondiamo alle richieste delle forze di polizia quando hanno bisogno di informazioni sugli utenti. Le protezioni del GDPR UK saranno ancora applicate a questi utenti”.
Spostare queste informazioni sotto la giurisdizione USA vuol dire che ricadranno nel Cloud Act degli Stati Uniti (Clarifying lawful overseas use of data act – Chiarimento legale sull’uso dei dati all’estero), la regolamentazione sui dati ben più blanda del GDPR. Sotto il Cloud Act diventa più semplice per le forze dell’ordine britanniche recuperare dati nell’ambito di indagini penali. È anche più facile per altre autorità UK raccogliere informazioni relativamente ad aziende americane.
Nei prossimi mesi altre aziende tecnologiche americane potrebbero subite l’effetto Brexit Google e seguire l’esempio di Google, specialmente Facebook. Ma per ora si tratta di speculazioni dei media USA non confermate da nessuna azienda.
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