La Lamborghini ha realizzato mascherine
La crisi determinata dal virus ha avuto un impatto significativo sull’industria automobilistica globale. Il coronavirus ha di fatto bloccato il mercato mondiale a quattro ruote. Diverse case hanno dovuto interrompere la produzione in numerose sedi e le vendite hanno raggiunto minimi storici mai toccati prima. Ma la volontà e la tenacia di ripartire ha portato i produttori ad affrontare in modo creativo il problema epidemia, tanto da assistere a veri e propri riadattamenti negli stabilimenti oltre a partnership mirate ad aiutare il settore ospedaliero per far fronte all’aggravarsi del contagio.
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Da Mahindra, il produttore indiano con il progetto Mahindra Care, a Mazda con i City Angels. A Renault con le auto elettriche Zoe al servizio del personale sanitario. A Ferrari addirittura protagonista nella realizzazione di un respiratore polmonare realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia. Una lodevole azione comune di tutto il comparto automotive da elogiare, che merita di essere ricordata nel dettaglio.
Volkswagen ha iniziato a realizzare mascherine oltre ai supporti in plastica per i produttori di visiere mediche. Le stampanti 3D che venivano normalmente utilizzate per produrre ricambi auto sono state attivate per produrre il maggior numero possibile di questi supporti da inviare agli ospedali.
La sorella spagnola Seat nella gigantesca fabbrica di Martorell si è riconvertita alla produzione di ventilatori polmonari. Gli ingegneri Seat sono riusciti a realizzare non meno di tredici prototipi e l’intera catena di montaggio è stata convertita in una linea di produzione. Skoda in Repubblica Ceca ha evoluto il processo di stampa in 3D per produrre ventilatori medicali. Prodotti e messi a disposizione del personale sanitario.
Lamborghini ha prodotto mascherine in grandi quantità e con le proprie stampanti 3D ha prodotto visiere mediche per l’ospedale di Bologna. Presso la selleria, il reparto dedicato alla realizzazione degli interni e delle personalizzazioni delle Lamborghini, sono state realizzate 1.000 mascherine al giorno.
La Lamborghini ha realizzato mascherine
Nissan Italia ha messo a disposizione in piena emergenza coronavirus una flotta di 240 solidi crossover alla Protezione Civile. Un aiuto immediato e concreto a supporto della logistica, oltre che un segno di vivo ringraziamento verso gli operatori che fronteggiavano il Covid-19, in prima linea. Mezzi adeguati per il trasporto di medicinali e altri materiali sanitari per il primo intervento.
Negli Stati Uniti, colpiti duramente dal virus, Ford ha fatto il possibile per fornire parti per i respiratori. La produzione iniziata lo scorso 20 aprile aveva l’obiettivo di fornire 50.000 ventilatori nei primi 100 giorni. A differenza dei respiratori “standard”, i dispositivi Ford funzionano con la pressione dell’aria e sono adatti alla maggior parte dei malati di coronavirus.
La Francia ha invece giovato degli aiuti di Renault e PSA. Le due case transalpine hanno dato un valido supporto per realizzazione di mascherine e materiale sanitario. Le 120.000 maschere che la Renault aveva in stock per la verniciatura auto, sono state subito messe a disposizione per l’assistenza sanitaria. E Renault ha anche messo a disposizione della Croce Rossa Svizzera diverse auto. PSA ha unito le forze con il fornitore di ricambi auto Valeo, il produttore di apparecchiature per ossigeno Air Liquide e la leader di mercato nei sistemi di gestione dell’energia Schneider Electric. Insieme a un gruppo molto ampio di altre società, questa task force francese ha fornito circa 10.000 respiratori. PSA ha messo diversi dipendenti a lavorare presso l’ufficio Air Liquide di Antony. Inoltre PSA ha trasferito circa 400.000 maschere orali all’assistenza sanitaria e ha reso disponibili varie auto agli operatori sanitari di Parigi, Madrid e Lisbona attraverso il servizio di car sharing Free2Move.
Infine come non sottolineare l’impegno di FCA. Il team di Manufacturing Engineering della regione Emea di FCA ha realizzato nello stabilimento di Cento, dove si producono motori ad alte prestazioni, il primo gruppo di elettrovalvole. Ossia il “cuore” pulsante dei ventilatori polmonari presenti nelle terapie intensive degli ospedali. Un valido aiuto che ha permesso all’unica azienda italiana di ventilatori, la Siare Engineering, di moltiplicare la produzione.
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