Entro dieci anni il check-up medico potrebbe comportare un’interazione maggiore con sensori, telecamere e dispositivi di scansione robotizzata rispetto a quella con medici e infermieri, mentre le organizzazioni sanitarie svilupperanno servizi basati sull’Internet of Things (IoT). Grandi cambiamenti riguardano la sanità .
Questo emerge dal nuovo report “Building the Hospital of 2030” di Aruba, società di Hewlett Packard Enterprises, che riporta i risultati delle interviste condotte a Top Manager della sanità e a futuri specialisti. Lo studio mostra sia la probabilità sia la necessità per l’industria sanitaria di creare ambienti di lavoro più intelligenti che incorporino tecnologia mobile, cloud e IoT ed esamina i modi in cui tutto questo trasformerà l’esperienza del paziente e migliorerà l’assistenza clinica.
Spiegando le potenzialità dell’AI nel migliorare la cura medica, il dott. Hugh Montgomery, professore dell’UCL, ha dichiarato: “Entro dieci anni potremo essere in grado di ricavare da una singola goccia circa 50.000 diverse proteine del sangue e rendere molto più veloce, o addirittura automatica, la diagnosi. Questo rappresenterebbe un cambiamento radicale e in nessun modo è a oggi possibile. Oggi potrei ottenere circa 30 variabili”.
Sul tema della cura personale del paziente, Maneesh Juneja, Digital Health Futurist, aggiunge: “Immaginiamo che tra 10 anni vi vengano diagnosticati diabete o pressione alta. Una volta diagnosticati, molti dei controlli relativi all’assunzione dei farmaci potrebbero essere realizzati senza che il sistema sanitario vi visiti frequentemente. Potrebbero tracciare i vostri dati in tempo reale e sapere se state trascurando la dieta o il piano di cura raccomandato inviandovi un alert sullo smartwatch o sugli occhiali per la realtà aumentata”.
Secondo il report, questi progressi non sono fantascienza e potrebbero rivelarsi fondamentali nella lotta per una migliore cura dell’invecchiamento della popolazione: le cifre dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ipotizzano che la popolazione dei 60enni crescerà del 56% entro il 2030, aumentando notevolmente la necessità di servizi sanitari più efficienti.
“Nei prossimi 5-10 anni ci attende una trasformazione radicale, per due motivi”, ha affermato Hugh Montgomery. “In primo luogo, perché la tecnologia sta cambiando molto velocemente, in secondo luogo perché c’è un’eccessiva pressione per diffonderla. Se non lo facciamo, i servizi sanitari precipiteranno”.
Consapevoli dell’esigenza di modernizzarsi, le organizzazioni sanitarie hanno già intrapreso il percorso verso la digitalizzazione, come conferma il report. La ricerca di Aruba ha rilevato che quasi due terzi (64%) delle organizzazioni sanitarie hanno iniziato a connettere i monitor dei pazienti alla loro rete e che il 41% sta collegando dispositivi di imaging o radiografici. Queste misure costituiscono le basi per una strategia IoT (Internet of Things) con milioni di potenziali dispositivi medici interconnessi, indossabili e mobile, che aggiornano informazioni che possono essere condivise più facilmente e utilizzate per fornire cure di qualità superiore.
Tuttavia, al momento questo approccio comporta dei rischi. L’89% delle organizzazioni sanitarie che ha adottato una strategia IoT ha subìto una violazione dei dati. Con l’arrivo di nuovi dispositivi tecnologici nel corso del prossimo decennio, la sfida più importante per le organizzazioni sarà mantenere la tracciabilità di tutti i dispositivi che si collegano alla loro rete condividendo dati medici, al fine di applicare rigide regole di sicurezza.
Morten Illum, Vice President EMEA di Aruba, conclude: “L’ascesa di servizi di salute digitali riguarda il miglioramento delle esperienze dei pazienti e la ricerca di maggiori accuratezza e qualità delle cure. Più di ogni altra cosa, è di questo che riteniamo che operatori sanitari e non solo loro dovrebbero essere entusiasti. Il rischio per la sicurezza dei dati sta emergendo come sfida elevata. Ecco perché questi cambiamenti necessitano di tempo per essere implementati e ci aspettiamo che le aziende sanitarie collaborino con i brand di tecnologia per negoziare cambiamenti tecnologici e culturali nei prossimi anni. Considerati i benefici offerti, ne vale sicuramente la pena.”
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