Ci sono artisti che partono dai big data e li trasformano in opere d’arte. Di pari passo all’emergere dei big data, emerge una nuova tendenza estetica e artistica. Grazie ai continui dati grezzi che si vengono a creare, un gruppo di artisti ha pensato di trasformare questi numeri in forme estetiche astratte. A volte questo lavoro funge da commento sul mondo in cui viviamo, ma altre volte i dati vengono spinti verso una forma così surreale da diventare un’esperienza in sé.
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L’iterazione più semplice dei dati come arte è in atto da qualche tempo nell’ambito della visualizzazione dei dati. Le infografiche, i grafici a torta e gli istogrammi sono tutti modi attraverso i quali le persone compilano i dati per mezzo di forme visive, aiutandoci a capire e a contestualizzare quelle informazioni che troppo spesso sono difficili da cogliere.
Fernanda Viégas e Martin Wattenberg hanno introdotto l’arte della visualizzazione dei dati creando opere tanto belle quanto espressive che trascendono dalla mera funzione di trasmettere le informazioni. Una delle loro opere più impressionanti è una mappa del vento in tempo reale negli Stati Uniti. Raccogliendo i dati ottenuti dal National Digital Forecast Database, hanno creato un lavoro che parte dai modelli dei venti che scorrono costantemente in tutto il paese e li presenta come un’opera densa eppure delicata nel suo movimento.
Un progetto precedente della Viegas e di Wattenberg è stato Flickr Flow. Il lavoro ha previsto che venissero seguite per 12 mesi le fotografie del Boston Common pubblicate su Flickr, tracciandone i diversi colori identificati in ogni fotografia per mezzo di una ruota. Questo stupendo lavoro astratto riesce a prendere una gamma di dati e trasmetterli in un affascinante flusso temporale, mostrando come i colori di un determinato ambiente possano cambiare nel corso di un anno.
Un’altra figura influente nel campo dell’arte dati è stata Aaron Koblin, che ha creato il Google Data Arts Team nel 2008. Una delle sue prime opera è intitolata Flight Patterns e per la sua realizzazione ha richiesto la raccolta di 24 ore di dati di volo e la trasformazione in un video incredibile della durata di 60 secondi che mostra il flusso del traffico aereo attraverso gli Stati Uniti.
Uno dei più fervidi sostenitori dell’informazione come forma d’arte è David McCandless, giornalista londinese. McCandless ha fondato il blog Information Is Beautiful e ha pubblicato un libro con lo stesso nome nel 2009 e il suo sito è pieno di rappresentazioni tanto evocative quanto visive dei dati. “Sono interessato a come le informazioni possano aiutarci a capire il mondo, a rivelarne le connessioni, i modelli e le storie più nascoste” ha scritto McCandless sul suo sito.
La squadra di Information Is Beautiful ha creato un lavoro emozionante. Dalle Timeline dei social si ottengono le narrazioni temporali lungo una singola cronologia curva, da Based on a True True Story è possibile tracciare la veridicità delle narrazioni hollywoodiane lungo una barra lineare a colori.
Molti dei pezzi di McCandless sono basati su html e sono molto interattivi. Based on a True True Story offre, ad esempio, una completa frammentazione delle scene dei singoli film, consentendo agli utenti di ingrandire o ridurre efficacemente la “timeline della verità” valutandone ogni momento individualmente.
Google sta lavorando a progetti di visualizzazione dei dati da parecchio tempo e attualmente condivide i dati del suo News Lab con i progettisti di tutto il mondo. Queste impressionanti opere interattive prendono i dati live di Google e li convertono in immagini navigabili.
Beautiful In English è un progetto recente che mette insieme i dati di Google Translate con quelli della società Visual Cinnamon. I dati vengono visualizzati attraverso una serie di visualizzazioni impegnative, tra cui una panoramica delle parole più tradotte in inglese.
Non tutti gli artisti sono interessati a rendere questa valanga di dati comprensibili. Alcuni, infatti, creano intenzionalmente schizzi d’informazioni nel tentativo di plasmare il materiale sorgente attraverso nuove forme.
Uno di questi progetti è fbFaces di Jorn Roder e Jonathan Pirnay. Il progetto ha utilizzato un crawler personalizzato di Facebook prendendo qualcosa come 100.000 immagini dai profili presenti sulla piattaforma. Queste immagini sono state poi trasformate in una carta da parati gigante in grado di ricoprire per intero una stanza. L’effetto complessivo agisce come un simulacro del modo in cui ci impegniamo con Internet.
Ryoji Ikeda è un altro artista che sfrutta i big data al fine di ottenere dei risultati astratti. Il lavoro di Ikeda spesso assume la forma di pezzi abrasivi e viscerali. Uno dei suoi lunghi progetti, in esecuzione, e che coinvolge i dati si chiama Datametrics – iniziato nel 2006 – con il quale Ikeda ha lavorato quantità voluminose di codici generati da errori di software e hard disk, sequenziando i dati per mezzo di diversi modelli 2D e 3D e infine abbinandoli ad una colonna sonora realizzata su misura del caos che veniva mostrato nell’immagine.
Un’altra iterazione al progetto è arrivata nel 2013 ed è stata chiamata data.path. L’installazione ha avuto la forma di un lungo corridoio con proiezioni lungo le pareti. La sequenza delle immagini è stata creata partendo dai dati binari e costruendo un flusso che inizia dalla semplicità e si conclude nel caos.
Non tutti gli artisti che si occupano di dati creano oggetti digitali, Nora Ligorano e Marshall Reese sono un duo collaborativo che ha recentemente creato un ritratto di tessuto denominato IAMI. Il progetto è un tappezzeria in fibra ottica che cambia colore in base ai dati generati da un Fitbit. Il lavoro dispone di tre modalità separate che possono passare attraverso un ritratto complessivo di colore generato da due a quattro settimane di dati di Fitbit, ad un ritratto creato dagli artisti per una visualizzazione in tempo reale dell’attività di un soggetto.
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