Immuni non sarà obbligatoria, ma in Olanda vi é già un data breach

L’applicazione Immuni non sarà obbligatoria. L’annuncio arriva dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, durante l’informativa al Senato in cui ha fatto il punto su come affrontare la prossima fase 2, ha chiarito alcuni aspetti messi in discussione nei precedenti giorni.

L’app in versione alpha sembra essere già pronta, mentre la versione beta richiederà la sperimentazione su migliaia di persone al fine di verificare la presenza di eventuali bug o problematiche di varia natura. Alcuni governatori, tra cui Luca Zaia del Veneto, hanno aperto la strada a questa app di tracciamento dicendo di esser pronti a utilizzarla.

Immuni, obiettivo tracciare il 60% della popolazione

Il motivo per cui l’applicazione Immuni dovrebbe essere scaricata dalla popolazione é dovuto all’esigenza di dover arrivare a una soglia minima per garantirne l’efficacia nel contrasto alla diffusione del COVID–19, ovvero il 60%.

Se da un lato Immuni ha un importante traguardo da raggiungere, dall’altro vi é l’aspetto della privacy in cui vi é stato un grosso dibattito negli ultimi giorni. A detta di Francesco Boccia, Ministro degli Affari Regionali, la privacy di ciascun cittadino italiano sarà rigorosamente rispettata visto che non vi é alcuna intenzione di acquisire i dati di geolocalizzazione o di utilizzare il GPS per il tracciamento e per questo motivo Immuni é stata scelta la tecnologia Bluetooth.

Il ministro Boccia ha evidenziato che il Parlamento é sovrano nel decidere tutti gli aspetti normativi relativi ad Immuni e che tutti i dati raccolti non andranno in mano ai privati, saranno gestiti da parte dello Stato e trattati esclusivamente per tracciare i contatti degli utenti, segnalare eventuali contatti con pazienti positivi, mantenendo il tutto anonimo.

Applicazione Immuni sarà Open Source

Altro aspetto trattato dal Ministro all’Innovazione Paola Pisano è stato sul funzionamento dell’app. Ad oggi, gli standard relativi alle modalità di contact tracing (PEPP-PT, DP–3T, ROBERT) risultano essere non del tutto definiti. Non solo, l’applicazione Immuni si potrebbe appoggiare alle novità a cui Google ed Apple stanno lavorando.

Al contempo, il ministro Pisano ha dichiarato che il codice sorgente di Immuni sarà rilasciato con licenza Open Source MPL 2.0, ovvero software libero e aperto. L’applicazione non avrà la necessità di accedere alla rubrica dei contatti del proprio telefono, non chiederà nemmeno il numero e non manderà sms per notificare chi è a rischio. L’applicazione non conserverà alcun dato di geolocalizzazione, bensì terrà conto solamente dei contatti di prossimità rilevati tramite tecnologia Bluetooth Low Energy.

L’app in Olanda pubblica dati riservati

Le applicazioni di tracciamento sono sotto la lente a livello globale. Molte nazioni hanno già scelto i loro strumenti per tracciare il contagio, tra cui l’Olanda con l’applicazione Covid19 Alert!. Quest’ultima, é saltata al centro del dibattito per un data breach, ovvero un’esposizione dei dati privati come accaduto a inizio aprile da parte di INPS.

Secondo quanto detto dal quotidiano DeStandard, l’app Covid19 Alert! ha pubblicato 100/200 nomi, email e password criptate. Tutti questi dati sono stati visibili per circa mezz’ora. Dalle prime indiscrezioni e analisi, la problematica in essere sembra essere riconducibile a un errore umano.

Come per l’applicazione Immuni, l’app olandese permette di comprendere se si é stati vicini a un paziente con il coronavirus. Di fronte a questa fuga di davi, gli sviluppatori hanno chiesto alle persone già iscritte e che utilizzano l’app di eliminare i dati memorizzati ed, al contempo, é stato informato il Garante della Privacy olandese.


Immuni non sarà obbligatoria, ma in Olanda vi é già un data breach - Ultima modifica: 2020-04-22T10:34:53+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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