Il grande evento di Sas a Roma, SAS Analytics 2015, ha messo in evidenza che il futuro passa dai dati, l’innovazione oggi è possibile se saremo in grado di comprendere i dati, di analizzarli, per poi utilizzarli per sviluppare il nostro business
di Francesco Russo
Viviamo in un momento in cui i dati, i Big Data, sono un elemento portante della nostra società, un elemento imprescindibile per qualsiasi settore.
Ed è arrivato il momento di analizzarli fino in fondo, comprenderli, interpretarli perché questi stessi dati sono portatori di preziose informazioni che possono migliorare e aiutare le aziende oggi. Come possiamo fare tutto questo?
Certo, è necessario l’uso di software specifici, di strutture tecnologiche che ci aiutino a estrarre i dati per poi metterli a disposizione dell’azienda. Ma serve comunque un approccio umano, come ha ricordato anche il Data Artist canadese Jer Thorp.
È per questo che in una fase in cui i dati sono praticamente presenti in ogni attività, e molti altri ne arriveranno con la diffusione dell’Internet of Things (IoT che in Italia vale già 1,5 mld di euro), serve un approccio umano alla Data Visualization con la nascita di una nuova figura professionale: il Data Scientist. Questo passaggio è fondamentale per dare il via ai un’economia dei dati che porterà allo sviluppo di vera innovazione
Come ha ricordato Jill Dyché, Vice President of Best Practices di Sas, oggi i dati devono essere “messi in pratica” per sviluppare tutto il loro potenziale. C’è bisogno di dare vita a team di persone dedicate che lavorando sui dati sappiano sviluppare idee e cogliere l’opportunità. In sostanza, per richiamare anche il senso dell’evento, dovrebbero poi creare una vera e propria “cultura degli Analytics”.
Quella cultura evidenziata anche da Fritz Lehman, Senior Vice President, Customer Engagement e Support Division di Sas, che può estendere le applicazioni di utilizzo dei dati ma solo in presenza di persone che abbiano le adeguate competenze per farlo.
A indagare le infinite opportunità di applicazione, ci ha pensato poi Radhika Kulkarni, Vice President Advanced Analytics di Sas, che nell’ultima giornata ha evidenziato come a fronte di una massa di dati è fondamentale cominciare ad attivare attività di analisi perché da lì arrivano preziose informazioni.
Servono dunque competenza, preparazione, skills, professionalità, tutte qualità necessarie, non vi è dubbio. Ma per costruire una vera cultura degli Analytics servono le persone, il vero elemento fondante di questa nuova fase che stiamo vivendo. Le persone devono a questo punto sfruttare la tecnologia per trarne vantaggio e per diffondere quella cultura che sarà la chiave di volta per l’innovazione.
I Podcast hanno conquistato l'Italia, qui la lista dei migliori Podcaster Italiani in base al…
Le due startup italiane SWITCH e Wayla raccolgono fondi per rivoluzionare il trasporto urbano con…
Il report di NTT DATA esplora il divario tra innovazione AI e responsabilità, evidenziando l'importanza…
Microsoft ha presentato il Majorana 1, un chip quantistico topologico che punta a risolvere problemi…
L’intelligenza artificiale può simulare, comprendere e suscitare emozioni, creando un dialogo emotivo che richiede consapevolezza.…
Meta AI ha sviluppato una tecnologia per decodificare l'attività cerebrale in testo tramite reti neurali…
Via Italia 50, 20900 Monza (MB) - C.F. e Partita IVA: 03339380135
Reg. Trib. Milano n. 409 del 21/7/2011 - ROC n. 21424 del 3/8/2011