Secondo un’esclusiva di Reuters, Amazon potrebbe presto implementare un modello di robot tutto italiano nella sua catena relativa all’imballaggio dei prodotti prima della spedizione.
Il grande negozio online di Amazon ci ha abituati da anni alla facilità di avere un prodotto desiderato tra le mani in tempi celeri, a costi competitivi, e senza problemi in caso di difetti o ripensamenti.
L’automazione del lavoro è da sempre uno dei principali obiettivi di Amazon, ed è proprio per questo motivo che, con il passare del tempo, la società di Seattle ha cominciato ad integrare sempre di più nuovi macchinari all’interno dei suoi magazzini.
E ha puntato sulle nuove tecnologie a più livelli nel suo processo di vendita, per aumentare la velocità delle consegne, ma anche per mantenere più bassi i costi, e aumentare allo stesso tempo la sicurezza degli addetti ai lavori.
In poche parole, per un maggiore efficientamento.
Non sono state ancora confermate voci a riguardo, ma secondo Reuters potrebbe essere proprio un robot italiano quello scelto per entrare nei magazzini di Amazon e sostituire il lavoro umano di inscatolamento dei prodotti da spedire.
Si chiama CartonWrap, viene realizzato da una società italiana – la CMC srl – e permette di preparare circa 600-700 scatole ogni ora, ovvero una quantità di 4-5 volte superiore a quanto riesca a fare una mano umana.
Amazon starebbe testando il sistema della CMC, prendendo in considerazione l’aumento di queste installazioni nei suoi stabilimenti. I costi stimati sono di 1 milione di dollari per macchina, che potrebbero essere ammortizzati entri due anni dall’introduzione dalle stesse. Questo sistema, potrebbe migliorare le spedizioni veloci per i clienti di Amazon Prime.
È già in test un ulteriore macchinario chiamato SmartPac, che si occupa di imbustare, in speciali buste brevettate, gli articoli più piccoli da spedire ai clienti Amazon.
Secondo alcuni, l’impiego di due CartonWrap e di uno SmartPac, potrebbe significare la riduzione di cinque fila di lavoratori umani a solo due.
Ed ecco che riappare un fantasma molto attuale, ovvero la paura che i robot, e il lavoro automatizzato, possano togliere posti di lavoro all’uomo.
In realtà, Amazon ha più volte specificato di essere lontana dalla realizzazione di “magazzini a luci spente”, cioè completamente costituiti da robot automatici. Anzi, al momento attuale il ricorso a risorse umane è fondamentale in passaggi specifici.
Ad esempio, anche se un robot è in grado di impacchettare le merci da spedire, i prodotti devono per forza essere collocati sul nastro trasportatore da dipendenti umani. Questo perché i robot non sono ancora in grado di tarare le proprie capacità di afferrare gli oggetti più o meno fragili, con il rischio di romperli.
E quando in futuro si arriverà a questo livello di avanzamento tecnologico, sarà sempre più necessaria la formazione di tecnici qualificati, che si occupino della manutenzione dei macchinari. Il ruolo dell’essere umano nella catena di lavoro, dunque, sarà concentrato in diverse aree di competenza.
Del resto, le condizioni di lavoro dei dipendenti di Amazon sono sempre al centro dell’attenzione, a causa dei ritmi sempre più sostenuti, e dei rigidi controlli di efficienza nel lavoro.
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