Airpods Max: c’è una versione Gold by Caviar da… 108mila dollari!

Caviar, un produttore russo di oggetti d’alta moda e che si è specializzato nel modding dei dispositivi high-tech con materiali rari e dispendiosi, ha lanciato gli Airpods Max in una versione leggermente più fastosa. Placcando oro la coppa degli auricolari e rivestendo l’arco in pelle di coccodrillo. Esistono in due versioni, nera o bianca. E costano come un monolocale. Circa 108mila dollari, 97.500 euro.

Sul sito ufficiale di Caviar è già possibile osservare le foto-render personalizzate, assieme a una sua descrizione abbastanza essenziale: “Airpods Max Golden White sono la versione di lusso delle nuove cuffie di Apple. Suono brillante e puro dalle gioiellerie Caviar. Questo prezioso accessorio è realizzato in oro 750 e pelle di coccodrillo bianca. Impossibile distogliere lo sguardo da questo innovativo e splendido dispositivo creato per chi apprezza la propria unicità e vuole essere sempre al top. Airpods Max Golden White ha un aspetto elegante, sottolineando lo stato dei proprietari e il loro gusto impeccabile.”

La società infine specifica che di queste cuffie Airpods Max Golden White verrà prodotto solamente un pezzo disponibile globalmente, al quale verrà offerta una garanzia di un anno. Ci sarà però pure una variante Airpods Max Golden Black allo stesso costo.

A livello di specifiche tecniche non cambia niente, ma la personalizzazione conta più di un chilo d’oro, suddiviso tra gli auricolari veri e propri (oro 750, 18 carati) e due anelli decorativi da 18 carati con inciso il logo di Caviar, presente anche nel case.

Non saranno le cuffie più comode del mondo e magari verrà un gran bel collo a chi le indosserà, ma insomma… il problema, diciamo, è secondario…


Airpods Max: c’è una versione Gold by Caviar da… 108mila dollari! - Ultima modifica: 2020-12-30T15:30:28+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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