L’esperienza è tutto: in un contesto in cui i canali di contatto si moltiplicano e le aspettative sono sempre più elevate, più e oltre che di prodotti, il consumatore sembra oggi essere alla ricerca di esperienze uniche, personalizzate e memorabili in termini di relazione e interazione con i brand.
Stiamo assistendo a un cambiamento dei modelli di business, con un passaggio da una visione incentrata sul prodotto a una vera e propria “economia dell’esperienza”, in cui la customer experience è cruciale per il successo di ogni brand.
Questa rivoluzione è già in atto e corre veloce trainata dalla mole di dati generata dalla digital transformation. Non a caso la customer experience è percepita sempre più come una priorità dalla maggior parte delle aziende, indipendentemente dal settore in cui operano. Secondo una recente indagine di IDC, circa il 52% delle imprese europee identifica la customer experience come massima priorità di business, insieme al tema dell’innovazione; concentrando lo sguardo sul nostro Paese, la percentuale si attesta al 48%. Ma ciò comporta uno sforzo di revisione dei processi aziendali, a tutti i livelli.
Per impostare una customer experience che sia realmente efficace le imprese devono saper leggere e interpretare al meglio le informazioni in loro possesso. Ecco che entra allora in gioco l’analytics: sfruttare le nuove tecnologie per l’analisi dei dati diventa un elemento fondamentale per creare strategie vincenti in grado di conquistare i consumatori. Quali sono i vantaggi per le aziende e come implementare le giuste strategie per trasformare i dati in risorse per la crescita?
Ne parliamo con Federico Alberto Pozzi, Senior Solution Expert Analytics & Customer Intelligence di SAS.
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“Anno dopo anno, grazie all’evoluzione tecnologica, alle nuove soluzioni di connettività, di mobility e alla maggiore diffusione dei dispositivi IoT, assistiamo alla crescita esponenziale della produzione di dati. Questi dati, raccolti e conservati dalle aziende, sono certamente un asset prezioso. Occorre però fare chiarezza: la semplice raccolta non è sufficiente, non rappresenta di per sé un valore dal punto di vista commerciale. È il processo di analisi e gestione di tali dati a costituire il fattore chiave per la crescita del business. Il processo di analisi, infatti, è uno strumento prezioso che consente alle imprese di valutare i rischi e le potenzialità di un mercato, comprendere i bisogni dei clienti, ottimizzare le attività da svolgere riducendo al contempo i costi”. Ciò, osserva Pozzi, vale tanto nel settore privato quanto in quello pubblico: “In ambito di pubblica amministrazione, basterebbe pensare ad esempio al sistema della sanità e a quanto possa giovare l’analisi di dati in ottica di analisi, costi e prevenzione”.
Ma c’è un elemento in più da considerare: “La discriminante per sopravvivere e prosperare nel proprio business sarà poter reagire velocemente. In realtà, è già così, ma in futuro disporre dei dati e poterne ricavare informazioni di valore al momento opportuno e nel luogo giusto diventerà indispensabile. Sarà il vero motore dello sviluppo delle aziende, chi vuole rimanere competitivo deve, a mio parere, necessariamente abbracciare il cambiamento. Sarà solo gestendo e utilizzando al meglio e soprattutto rapidamente, i dati in loro possesso, che le aziende potranno mantenere il loro vantaggio competitivo in un mercato in continua trasformazione. In questo modo saranno in grado di ridefinire i propri modelli e processi operativi e di business, offrire servizi e prodotti inediti e creare esperienze sempre nuove per ogni cliente, con offerte su misura e personalizzate”.
La tempestività nell’identificare i bisogni o i desideri dei clienti (o persino la capacità di anticiparli) grazie al real-time analytics saranno dunque l’elemento di differenziazione su cui ogni azienda dovrebbe puntare per massimizzare la propria presenza sul mercato e trasformare le proprie strategie in modelli virtuosi di successo. Questo è quanto emerge anche da una ricerca condotta da Harvard Business Review Analytic Services e realizzata in collaborazione tra gli altri, proprio con SAS.
“Al giorno d’oggi, il consumatore non acquista più solo un prodotto o un servizio, ma è alla ricerca continua di esperienze, sempre più personalizzate e in linea con i suoi desideri. Le aspettative dell’utente crescono di giorno in giorno e grazie alla rivoluzione digitale i punti di contatto tra i brand e il cliente finale sono oggi molteplici.
Ecco allora che si creano nuove e spesso inedite opportunità di interazione tra i brand e le persone, occasioni imperdibili per ogni azienda per conoscere, capire e intessere con il consumatore una relazione unica e individuale”.Ed è proprio per questo motivo, spiega Pozzi, che “la customer experience sta diventando un elemento sempre di più centrale nelle strategie di business di ogni azienda: solo assicurando un’esperienza veramente memorabile e personalizzata si crea fedeltà verso il brand. L’attenzione si sposta quindi verso il cliente: le relazioni e le emozioni devono essere opportunamente analizzate, alla ricerca di quegli elementi che possano gettare le basi per un processo di fidelizzazione”.
Perché un’azienda sia in grado di offrire contenuti personalizzati e servizi precisi rispetto alle reali esigenze di ciascun cliente, il punto di partenza, sottolinea Pozzi, “è sicuramente avere una padronanza estrema circa i dati interni all’impresa. Ma per riuscire a raggiungere questo obiettivo è necessario dotarsi di piattaforme flessibili e scalabili che tengano conto dei nuovi processi di acquisto delle persone, oltre che delle nuove abitudini dei consumatori”. Se infatti negli ultimi anni si era parlato di “multicanalità, cross-canalità e omnicanalità”, il continuo cambiamento che la nostra società sta attraversando rende questi concetti superati, in quanto il canale perde di importanza: “Oggi si parla addirittura di non canalità, per sottolineare sempre di più il concetto che ‘the customer is the king’: il consumatore è un re che vuole rapporti diretti con il brand, fatti di emozioni e di fiducia, senza la percezione di passare da un freddo canale di contatto. La conoscenza del cliente è dunque sicuramente la base necessaria da cui partire, ma la fiducia e la relazione si creano con la capacità di dare risposte di valore ai bisogni dei clienti e di farlo in tempi rapidi”.
Se è vero che i dati sono il nuovo petrolio, la vera sfida delle imprese è portare le loro applicazioni analitiche ad un utilizzo più esteso e pervasivo. Le aziende devono riuscire ad estrapolare dalla grande mole di dati disponibili, informazioni utili per rendere efficienti i processi e soprattutto meglio servire e ‘deliziare’ i clienti. Il compito di SAS è abilitare le aziende a questa trasformazione, lavorando per sviluppare modelli sempre più sofisticati ed efficienti per rispondere alle nuove esigenze. In quest’ottica, SAS Platform è stata progettata per inserirsi all’interno della strategia aziendale, andando a coprire tutto il ciclo di vita dell’analisi dei dati. Grazie alle sue caratteristiche di piattaforma analitica aperta, permette una piena collaborazione tra i diversi reparti, funzioni aziendali ma anche tra differenti linguaggi di programmazione, abilitando anche processi innovativi di analisi basata su Intelligenza Artificiale e Machine Learning.
Tuttavia, la sfida non è solo tecnologica, riguarda le persone e le competenze necessarie ad affrontare il cambiamento. Questa trasformazione va accompagnata da programmi che abilitino l’ecosistema aziendale a capitalizzare il valore dei dati: parliamo dunque di percorsi di awareness raising, di creazione o conversione delle competenze. Per questo, SAS vuole essere in prima linea nel diffondere la cultura dell’analisi dei dati con progetti volti allo sviluppo della conoscenza e delle competenze necessarie ad operare in uno scenario in continua evoluzione: dalle iniziative nate in collaborazione con università e istituti di formazione e ricerca alle attività rivolte a clienti e stakeholder come meet-up, tavoli di lavoro su sistema-Paese, diffusione del know-how digitale (attraverso magazine come quello appena pubblicato e di cui vi parliamo qui sotto “Benvenuta economia dell’esperienza”).
Così si intitola l’editoriale firmato da Luciano D‘Arcangelo, Analytics e Customer Intelligence Solution Manager SAS che introduce lo speciale “Trend Customer Experience” realizzato da SAS per raccontare le nuove tendenze in ambito di customer journey e non solo. Un contributo dell’azienda leader nel settore dell’analytics economy per diffondere e promuovere la cultura dei dati, ancora agli albori in molte imprese, in relazione all’interazione tra brand e persone. Dalle storie di successo (come quella di L’Oréal, del ristorante Radici dello Chef Valentinetti o di CheBanca!) alle opinioni di esperti in materia che illustrano come stanno cambiando i modelli di business e le tecnologie, il magazine mostra quali sono le nuove vie della data-driven customer experience, approfondendo le potenziali opportunità che essa può aprire per lo sviluppo e la crescita delle imprese. Lo speciale di SAS può essere scaricato al link: www.sas.com/italy/trend.
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