Il dono della parola è un dono che a Raffaele Morelli sicuramente non manca: parlatore eloquente, fluente nell’esposizione, convincente e avvincente nella narrazione.
Nel suo ultimo libro, già un successo, “Pronto soccorso per le emozioni” (Mondadori) il popolare psichiatra, psicoterapeuta, saggista e profondo conoscitore di religioni e culture antiche riporta trecento frasi-chiave di aiuto nei momenti di difficoltà. Ancora una volta la forza delle parole, giuste e rassicuranti, per curare i disagi dell’anima.
“A volte basta poco per superare i momenti di difficoltà e dare sollievo alla psiche – afferma Raffaele Morelli direttore dell’Istituto Riza e dell’omonima rivista e Vicepresidente della SIMP (Società italiana medicina psicosomatica) – Queste frasi sono state raccolte durante i miei incontri terapeutici del giovedì, a Milano, dove insegno le tecniche fondamentali per ritrovare il benessere interiore. Non risolviamo il problema fuggendo dai sintomi, dai disagi esistenziali o dai fallimenti e, tantomeno, assumendo medicine”.
Come se ne esce?
Raffaele Morelli: “Bisogna accogliere la tristezza, la paura, i fallimenti, percepirli e lasciare che si espandano dentro di noi. Prenderne atto. Senza fare domande perché non c’è una causa. Solo a quel punto la tristezza si trasformerà in gioia, le conseguenze e le decisioni arriveranno, da sole, dall’anima. Più si riduce il commento, prima arriverà la felicità. Il filosofo Plotino diceva che quando arriva l’ansia si sta preparando il parto di alcuni lati di te che non vedi”.
Il valore terapeutico della parola sui social
Raffaele Morelli: “La maggior parte dei discorsi sul web contiene parole inutili, frivole, superficiali, abusate, omologate che stancano profondamente l’anima e la rendono fragile. Un grande maestro dell’Agorà ripeteva: ‘Niente parole inutili’. E poi questo parlare continuamente di se stessi, della vita privata. Ognuno di noi deve avere dei segreti da custodire gelosamente in un cofanetto. Gaston Bachelard, il più grande conoscitore dell’anima, diceva che una persona senza segreti non ha spessore”.
In che modo la tecnologia ha cambiato la psicologia?
Raffaele Morelli: “Ha cambiato quella interna perché la psicologia del profondo va avanti dai tempi dei Greci. Plutarco diceva di ciò che è stato niente più rimane, niente sopravvive; ogni cosa nasce e si perde nello stesso momento. Le nostre azioni, le parole, i sentimenti, tutto come un rapido fiume, il tempo si porta via. La memoria per noi è l’udito di cose ormai sorde, la vista di cose ormai cieche.. Bisogna smetterla di cercare il passato, di rivivere i ricordi. Liberiamoci da pensieri inutili, dalle banalità, dalle abitudini.. Il cervello, dicono i taoisti, è fatto di innumerevoli stanze comunicanti fra loro: quella della gioia, della paura, del desiderio, dell’abbandono ma, in realtà, noi ne vediamo solamente una..”.
Come vorrebbe fossero utilizzati i social?
Raffaele Morelli: “I social sono un luogo di conoscenza importante, attraverso internet possiamo indagare la storia del mondo, scoprire le leggi dell’interiorità per cercare di conoscere meglio noi stessi. Mi piacerebbe si formassero dei gruppi dove si parla del senso del mistero. Il problema è che oggi non sappiamo più stare da soli così i social diventano un posto dove metterci in mostra parlando dei nostri problemi, di banalità o, peggio, dove ognuno ha diritto alla parola per attaccare ferocemente il prossimo.
Gli haters sono persone che non riescono a gestire la rabbia, le frustrazioni e le sfogano dietro uno schermo?
Raffaele Morelli: “Non le sfogano, le perpetuano dietro uno schermo. Se mi arrabbio con qualcuno e la cosa finisce lì la rabbia è sana. Se invece continuo a covare rancore intossico il cervello, la rabbia salirà e attaccherà non l’esterno, ma i poli del mio cervello. Nella vita conta ciò che è spontaneo. Il cuore batte senza il nostro parere, le emozioni arrivano come onde del mare e, come tali, spariscono”.
Lei è molto attivo sui social…
Raffaele Morelli: “Ogni giorno mi arrivano circa cento mail e tante domande sui social. In questo periodo sono legate alla paura del contagio, della ripresa, ai disagi di coppia. Come superare tutto ciò? Bisogna cambiare lo sguardo, distrarsi, creare con le mani, immaginare, guardare le cose senza identità, un po’ come i bambini.
La felicità arriva solo dall’interno. Rivediamo il rapporto con noi stessi, ascoltiamo il nostro mondo interiore, usciamo dal pensiero del virus, distraiamoci così da scacciare la paura che, se prende il sopravvento, indebolisce il sistema immunitario”.
di Ilaria Galateria
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