Non chiudete quella porta ai social – Editoriale

Francesco Marino – Twitter @framarin

Si può decidere di scendere in cantina, chiudere la porta, spegnere la luce e tapparsi anche le orecchie. Questo significa oggi non occuparsi dei social network, perché si tratta di una realtà che ha già profondamente cambiato le relazioni tra clienti e aziende e tra le stesse imprese. Starne fuori, non seguirli e non cercare di capire il fenomeno è una scelta possibile, ovviamente, ma è come chiudersi in un bunker: il mondo andrà avanti ugualmente, solo che lo farà senza di noi.

Per qualche tempo, una buona parte delle aziende è stata convinta che fosse un fenomeno consumer; in realtà si tratta anche di questo, ma ad essere interessanti sono soprattutto le possibilità di far nascere nuovi modelli di business e opportunità per le imprese, legate a doppio filo a questo mondo di relazioni digitali. Pensate al segmento più professionale della tecnologia, i Big Data: nient’altro che la gigantesca analisi dei gusti e dei comportamenti dei singoli raccolti in gran parte attraverso quello che le stesse persone pubblicano. Dove? Sui social network. Non essere presenti e non avere un piano al riguardo significa (come dice ironicamente Valentina Falcinelli) scegliere di regredire, perché così in effetti accadrà: chi non avrà una strategia social, anche semplicemente di ascolto, perderà posizioni nel futuro.

Noi nei social ci crediamo, come dice la copertina di questo mese che unisce il dollaro, simbolo degli affari, all’uccellino più famoso del web, il quale prende il posto dell’aquila nella moneta. I social, Internet, le app sono una nuova dimensione delle nostre vite, tanto reale quanto quella fisica. Non c’è una separazione, abbiamo solo trovato un altro mezzo per fare quello che facciamo da millenni: parlare, conoscere, comprare, lavorare.


Non chiudete quella porta ai social – Editoriale - Ultima modifica: 2014-07-20T17:25:13+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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