Il mouse compie 50 anni. Mezzo secolo di storia per il “topolino” più famoso nel mondo dell’informatica e per la quale ne ha rivoluzionato l’interazione uomo-computer. Un oggetto che vive da protagonista nella nostra vita, lavorativa e privata, e che ha visto un evoluzione repentina con l’avvento dei sistemi ottici e di quelli bluetooth e wireless per quanto concerne la connettività. Malgrado siano ormai davvero tante le alternative, dai trackpad alle tavolette grafiche, dai movimenti gestuali alla voce, il mouse rimane uno strumento indispensabile. Al punto che molti si portano dietro sempre il proprio.
Iniziamo con il dire chi fu il papà del mouse. Se in molti pensano sia stata opera di Steve Jobs hanno un’informazione errata. Lo sviluppo del mouse cominciò infatti all’inizio degli anni Sessanta, ma è solo nel 1967 che Douglas Engelbart, considerato il vero “padre” dell’oggetto che ha cambiato nel suo “piccolo” il mondo dell’informatica, deposita il suo brevetto, che gli verrà riconosciuto il 17 novembre 1970.
Con il suo gruppo di lavoro dell’Augmentation Research Center (ARC), Engelbart sviluppò diverse soluzioni che sono alla base del funzionamento dei moderni computer, come l’ipertesto e i sistemi per mostrare immagini sullo schermo.
Nel 1963, insieme al collega Bill English, Engelbart realizzò il primo prototipo (molto rudimentale) di mouse. Il modello originario era di legno. Si trattava di una specie di cubo appoggiato su due ruote (una perpendicolare all’altra) e consentiva di muovere il puntatore sullo schermo lungo uno dei due assi. Grazie a questa invenzione fu possibile, per la prima volta nella storia, spostarsi sul desktop senza l’utilizzo della tastiera.
Gli anni seguenti servirono a Engelbart e al suo team per perfezionare la creazione, il cui brevetto venne accettato nel 1970. Prima ancora del riconoscimento del brevetto, nel 1968 Engelbart tenne a San Francisco, di fronte a un migliaio di scienziati, la prima dimostrazione pubblica del nuovo strumento, pensato per migliorare il metodo di lavoro al computer.
Ma Engelbart dalla sua invenzione non guadagnò un bel niente: i suoi diritti erano ormai scaduti quando il mouse iniziò a carburare. E parliamo del 1981, ben 11 dopo. La sua prima applicazione reale fu opera della Xerox, la prima azienda a produrre un computer dotato di interfaccia grafica e di un mouse. Aveva tre tasti e costava tantissimo, 300 dollari di allora al pezzo. Un vero e proprio salasso.
E qui entra in gioco Steve Jobs. Alo Xerox Parc (Palo Alto Research Center) il genio di Apple vide un mouse per la prima volta, e capì il suo grande futuro. Fu così che arrivò la decisione di Jobs di produrre un mouse con un solo tasto (per semplificare) e con un costo al pezzo che non superasse i 15 dollari, perché potesse diventare di massa. E nel 1984 con l’uscita del Macintosh, che costava un quarto di Apple Lisa del 1983 (2.500 dollari di allora contro 10 mila) ci fu il primo computer rivolto alle masse. con il mouse.
E di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta. Un device forte di aver ottenuto uno sviluppo a pari passo con le più moderne tecnologie di connettività. Del resto si cambia il pc ma il mouse non si tocca. Ognuno ha il suo preferito, il più ergonomico, il più flessibile, il più veloce, il più personalizzato. Tanti auguri “topo” i tuoi 50 anni sono solo la punta dell’iceberg!
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