Il regista Duccio Forzano ha presentato il suo romanzo autobiografico “Come Rocky Balboa”. Volere è potere. Con determinazione, impegno e – soprattutto – tanta passione, si possono raggiungere i propri obiettivi, nonostante gli imprevisti della vita. Ce ne si convince ascoltando le parole di Duccio Forzano, che oggi è un regista affermato. Ha firmato molti dei più importanti programmi televisivi italiani, tra cui “Che tempo che fa” con Fabio Fazio per 15 anni, quattro edizioni del Festival di Sanremo, passando per tutti gli eventi di Claudio Baglioni.
Da qualche mese è uscito il suo romanzo d’esordio: “Come Rocky Balboa”, edizioni Longanesi. L’autore ha raccontato i retroscena del volume (e le storie della sua vita che sono state lo spunto per il racconto) a Limbiate, nell’aula consiliare adiacente alla Biblioteca, in occasione del ciclo di incontri “Il maggio dei libri”. Hanno dialogato con lui la bibliotecaria Michela Borgonovo e Agata Dalò, Assessore con delega all’istruzione e alla biblioteca.
Duccio Forzano tra con Michela Borgonovo (sinistra) e Agata Dalò, Assessore con delega all’istruzione e alla biblioteca di Limbiate (a destra)
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Il protagonista del libro si chiama Duccio e in effetti non ci sono dubbi: si tratta di un racconto vero, della storia della sua vita, di come perseveranza e passione possano tradurre i sogni in realtà, anche partendo dalle situazioni più svantaggiate. “Certamente in alcuni punti ho romanzato o esagerato, ma non me la sono sentita di chiamare il mio personaggio con un nome fittizio”. È un libro sincero, come il suo autore, che non si vergogna di raccontare le sua vita, tra gioie e dolori, incidenti e colpi di fortuna.
Duccio Forzano ha sempre amato il cinema, fin da bambino. Aveva 11 anni quando, tornando da uno spettacolo, trovò il biglietto di sua madre che lo salutava per sempre. La donna se ne andò di casa lasciandolo con tre fratelli piccoli da curare e con un padre alcolizzato.
Al grande schermo è legato un altro episodio significativo del racconto: era il 1977 quando l’allora diciassettenne Duccio andò al cinema a vedere Rocky. Ne uscì con un grande insegnamento di vita: anche un uomo qualsiasi, se si allena duramente e ci crede davvero, può diventare un campione.
A 31 anni, quando credeva di essere “arrivato”, sposato, con una casa e un reddito fisso, Duccio ha messo per la prima volta l’occhio nel mirino della telecamera. È stato un colpo di fulmine. Una rivelazione. Ci ha creduto, con perseveranza, ha bussato alle porte di fotografi di matrimoni, case di produzione, registi esperti. È stato pronto a ricominciare da zero, nel lavoro e negli affetti. Ha avuto l’umiltà di imparare, di vestire i panni dell’assistente, di fare la gavetta. Fino a quando l’incontro con Claudio Baglioni gli è stato trampolino di lancio.
Chi legge il libro “Come Rocky Balboa” e chi ha la fortuna di incontrare Duccio Forzano, capisce perché è riuscito a sfondare. Comprende il segreto del suo successo. Risulta evidente: è l’entusiasmo. L’energia con cui lavora, la passione che mette in tutte le azioni, anche quelle della quotidianità. La capacità di rialzarsi sempre dopo essere andato al tappeto (proprio come Rocky Balboa) e di affrontare la vita divertendosi.
Convivendo con una storia personale che, probabilmente, è il vero motore dell’energia del personaggio. Perché Duccio ha una domanda nella testa: “Se mia mamma non mi avesse abbandonato, cosa sarei diventato?”.
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