Il nostro non è solo un popolo di santi, poeti e navigatori, è soprattutto un popolo di fabbricatori.
Da sempre l’Italia è la terra della manifattura, della produzione, che poi è quello che ci ha sempre tenuti agganciati alle economie dei grandi. Non c’è nulla di più significativo che la tecnologia digitale possa fare, che cambiare le nostre industrie, il nostro settore manifatturiero.
L’Industry 4.0, insomma, è più importante per l’Italia che per qualsiasi altro Paese.
Non si tratta di una tecnologia (non di una sola), ma è l’insieme di una serie di cambiamenti e di visione: è l’integrazione dell’automazione industriale, con i sistemi di comunicazione, l’Internet of Things e i sistemi di analisi dei dati.
È l’integrazione dell’informatica nel mondo fisico della produzione. Questo passaggio è il più cruciale per il tessuto economico italiano e può rappresentare il vero salto di competitività di cui avremmo bisogno. Le realtà produttive del nostro territorio hanno già un valore, una luce propria (solo così si resta sul mercato).
Con le tecnologie dell’Industry 4.0 possono diventare dei fari d’innovazione. La nostra copertina vuole proprio rappresentare questo. Raffigura le industrie italiane che hanno fatto la storia del nostro Paese con una grafica che richiama quella del passato (ispirata a Fortunato Depero) e mostra le aziende illuminate: mettete la rivista al buio e vedrete i “capannoni” irraggiare luce propria. Le tante preziose sfaccettature delle imprese vengono rappresentate dai diversi colori metallizzati: dall’azzurro, dal rosso, dall’argento, dal nero lucido. Questo mondo di aziende trova il suo coronamento (e nella nostra grafica la sua corona) nell’Industry 4.0.
Su questa copertina ci sono sei diverse lavorazioni speciali (rosso metallizzato, azzurro metallizzato, argento, serigrafia lucida, luminescente, sbalzo) perché sei sono i principi che definiscono l’Industry 4.0:
– Interoperabilità: tra strutture fisiche e digitali – Virtualizzazione: creazione di un modello digitale della fabbrica per analizzare i dati prodotti
– Decentramento: la capacità delle “periferiche” (come le macchine utensili) di prendere decisioni
– Tempo reale: produrre, analizzare i dati ed effettuare scelte basate su questi, in tempo reale
– Orientamento al servizio: offrire servizi attraverso Internet
– Modularità: la possibilità di adattarsi alle condizioni riducendo o espandendo la capacità produttiva.
Solo se si soddisfano questi sei requisiti si può parlare davvero di industria 4.0.
C’è molto da fare, ma nessuno può farlo meglio di noi italiani.
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