Il design è un pensiero che si usa; è la capacità di inserire un po’ (o tanta) intelligenza in un oggetto, fisico o digitale che sia, per risolvere un problema. Se non risolve nulla, non è design (dice Chris Bangle); a quel punto, al limite, è arte. È difficile definire il design, ma tutti lo […]
Il design è un pensiero che si usa; è la capacità di inserire un po’ (o tanta) intelligenza in un oggetto, fisico o digitale che sia, per risolvere un problema. Se non risolve nulla, non è design (dice Chris Bangle); a quel punto, al limite, è arte. È difficile definire il design, ma tutti lo notano subito quando c’è (e anche quando è assente), perché in realtà è l’insieme della forma, delle funzioni e delle esigenze a cui risponde. Non c’è bisogno che sia necessariamente un oggetto liscio, luccicante e fatto di materiali preziosi: il design è le esigenze che risolve (è come funziona, diceva Steve Jobs). Sono grandi esempi di successo nel design anche i social network, che rispondono (con le loro funzioni) ai bisogni e alle aspettative delle persone e delle aziende. Oggi la possibilità di “risolvere problemi” e quindi di essere design si è enormemente espansa grazie alla tecnologia. Basti pensare alle stampanti 3D, che permettono a chiunque di progettare e realizzare un oggetto in poche ore a costi molto bassi, tanto che ognuno può crearsi da sé un pezzo unico che risponde esattamente alle sue esigenze.
Non c’è modo migliore per creare qualcosa di universalmente valido: se va bene per una persona tanto da doverlo creare, allora potrà davvero incontrare un apprezzamento globale. Più che in passato, la strada che divide l’idea dalla sua diffusione è breve e l’Italia, come ci ricorda Bre Pettis (il fondatore di Makerbot) nell’intervista esclusiva realizzata da Digitalic, può trarne enormi vantaggi; la nostra creatività rimane ineguagliata e applicarla a nuovi strumenti può davvero farci riemergere. Certo, ci vogliono rigore e applicazione. Avere una buona idea è solo l’inizio, metterla in pratica bene è quello che fa davvero la differenza. Ottime idee mal realizzate non servono a nessuno.
La copertina di questo mese rappresenta questo: il rigore geometrico che ci vuole per creare qualcosa di brillante e la capacità, anche con semplici tratti, di realizzare qualcosa che sembra impossibile (come il carattere delle lettere che compongono la parola Design). Intorno emergono i contenuti di questo numero: un viaggio affascinante raccontato attraverso le parole di persone straordinarie che, nel loro lavoro, sono riuscite a mettere non solo un pensiero ma addirittura un’anima, come Chris Bangle e Bre Pettis, che Digitalic ha avuto la fortuna di incontrare.