La pubblicità del futuro arriverà dallo spazio, illuminerà i nostri cieli grazie a nuovi satelliti i CubeSat grado di allinearsi a 480 km dalla Terra
La pubblicità del futuro arriverà dallo spazio, illuminerà i nostri cieli grazie a nuovi satelliti pubblicitari. Sembra fantascienza ma non lo è. Le notti stellate sono una delle visioni più apprezzate dall’umanità. Osservare le stelle è da millenni un passatempo gratuito e rilassante, che fino ad ora non sembrava poter essere intaccato nemmeno dalle ultime scoperte tecnologiche. Potrebbe non andare più così dato che un’azienda russa ha intenzione di lanciare dei mini-satelliti in grado di assumere le forme di loghi e brand dei marchi commerciali. A quanto pare la pubblicità del futuro non sarà solo su dispositivi elettronici sempre più avanzati, ma potremo vederla anche in cielo.
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Pubblicità del futuro: l’idea spaziale di StarRocket
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La Pubblicità del futuro la vedremo dallo spazio grazie a piccoli satelliti
Dietro questo innovativo, per ora solo teorico, concetto di pubblicità del futuro c’è la start-up russa Star Rocket che a questo progetto ha dato il nome Orbital. “Stiamo creando un mezzo di comunicazione, la visualizzazione orbitale, con una copertura potenziale di pubblico di sette miliardi di persone sul pianeta” ha detto in numerose interviste il Ceo Vladilen Sitnikov. L’uomo ha contattato l’università privata moscovita SkolTech per provare a realizzare il primo messaggio promozionale nel 2021.
Il progetto di questa particolare pubblicità del futuro prevede che a formare il nome degli sponsor in cielo siano dei satelliti speciali, lanciati appositamente e capaci di accostarsi uno accanto all’altro nello spazio per formare delle parole.
La pubblicità del futuro sarò fatta con i satelliti CubeSat
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Uno dei piccoli satelliti CubeSat in grado di allinearsi ad altri a 480 km dalla terra e comporre una scritta: la pubblicità del futuro
I mini-satelliti che saranno usati per portare avanti l’advertising di Star Rocket si chiamano Cubesat. Sono degli oggetti con lati da dieci centimetri che possono unirsi fino a un numero di dodici unità.
Usati anche dalla Nasa, i CubeSat sono utili per controllare le condizioni atmosferiche e inizialmente furono creati per dare la possibilità agli studenti di astronomia di imparare qualcosa sui movimenti nel cielo e sugli oggetti artificiali lanciati nello spazio.
“È nella natura umana fare pubblicità a tutto. Le marche sono una parte meravigliosa dell’umanità” ha detto Sitnikov che poi ha paragonato la sua trovata a quanto fatto da Elon Musk e SpaceX quando lanciarono nello spazio un’automobile Tesla, altro marchio di proprietà di Musk. Un’idea da molti considerata come un chiaro esempio di pubblicità del futuro.
La pubblicità del futuro sfrutta la luce solare
Alla base del progetto Orbital c’è la capacità dei CubeSat di riflettere la luce del sole verso la Terra. A una distanza di circa 480 km dalla superficie terrestre, i mini-satelliti rifletteranno i raggi solari, ma potranno farlo solo all’alba o al tramonto. Per questo motivo tecnico, al momento non c’è da preoccuparsi che la pubblicità del futuro invada il cielo notturno per lunghe ore. Secondo gli inventori, i Cubesat saranno visibili in un’area di 50 chilometri quadrati e si potranno comporre tre o quattro messaggi pubblicitari differenti a sessione.
La pubblicità spaziale non piace agli astronomi
Non si sono fatte attendere le proteste per il progetto russo e ovviamente in prima linea ci sono gli astronomi e gli amanti dello spazio. Se l’eccessivo inquinamento luminoso da tempo rappresenta un problema, l’aggiunta dei brand in cielo non fa che preoccupare ancora di più gli esperti. “Lo spazio è sempre più affollato.
Ci sono oltre ventimila oggetti con orbite nel catalogo pubblico ufficiale gestito dall’Aeronautica statunitense. Meno del 10% di questi oggetti sono satelliti attivi, il resto sono satelliti morti, vecchi corpi di razzi e parti di veicoli spaziali.
Questi cartelloni spaziali sono una fonte di inquinamento luminoso e di detriti spaziali che può eventualmente disturbare i segnali radio e sono una minaccia alla capacità di fare ricerche astronomiche da terra” hanno detto degli astronomi americani. I quali comunque sembrano aver già accettato che prima o poi la pubblicità arriverà in cielo, dato che i mezzi, e le richieste, esistono.