In risposta al divieto di Trump, Huawei potrebbe decidere di montare il suo HarmonyOS sulla prossima linea top di gamma del 2020, il Huawei P40.
La questione tra Trump e le società cinesi non sembra riuscire a volgere verso una soluzione: la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina è ancora in corso, e il simbolo delle conseguenze di questo scontro è ormai diventato il secondo produttore al mondo di smartphone, Huawei.
Dopo la scadenza della prima proroga di 90 giorni al divieto imposto dal governo degli Stati Uniti, infatti, è stato concesso un prolungamento della sospensione di ulteriori 90 giorni, ma la situazione resta delicata.
Al momento attuale, la grana principale di Huawei è rappresentata dall’impossibilità di usufruire delle licenze di Google e in particolare del suo sistema operativo mobile, Android.
Ciò vuol dire che non può utilizzare la versione dell’OS impacchettata da Google, con tutte le relative applicazioni già pre-installate, tantomeno sfruttare la suite dei servizi e delle app di Big G.
A questo enorme problema, Huawei può rispondere con soluzioni temporanee come l’utilizzo della versione open source di Android, e il ricorso alla nota App Gallery, una sorta di alternativa al Play Store di Google per scaricare tutte le applicazioni desiderate.
In questi giorni è in corso a Berlino la Fiera Internazionale di Elettronica, durante la quale Huawei non solo ha ricordato a tutto il mondo il suo impegno e la sua forza nell’intero campo della tecnologia – e non solo nel settore degli smartphone –, ma potrebbe aver dato qualche indizio sull’evolversi dei contrasti con il governo americano.
In particolare, il CEO della divisione Consumer Business Group di Huawei, Richard Yu, ha affermato che nonostante il desiderio della compagnia sia quello di continuare a utilizzare Android e di collaborare con le aziende americane, nel caso in cui ciò non fosse più possibile potranno ricorrere al piano B, noto con il nome di HarmonyOS.
Si tratta del misterioso sistema operativo multipiattaforma, in principio noto come Hongmeng o Ark, che è stato finalmente mostrato al pubblico proprio durante l’IFA, a bordo di un televisore smart griffato Honor.
Sebbene l’OS non sia stato concepito per essere utilizzato su smartphone, infatti, Yu ha spiegato che, in caso di necessità, potrebbe essere adattato sui telefoni dell’azienda, per sostituire Android.
E addirittura dà anche un riferimento temporale, specificando che, se la situazione con Trump non dovesse risolversi a breve, HarmonyOS potrebbe debuttare sugli smartphone già dalla prossima primavera, periodo in cui di norma Huawei presenta al mondo la sua serie P rinnovata.
Dal momento che il futuro di Mate 30 è già incerto, e che l’imminente debutto potrebbe essere relegato solo al mercato cinese (con relativi ritardi non quantificabili nel resto del mondo), il prossimo Huawei P40 sembra essere il candidato ideale per vedere all’opera, su smartphone, il sistema operativo proprietario della compagnia.
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