Fare una previsione di quanto i contagi da coronavirus caleranno e dove, l’Istituto Mario Negri di Milano, con un articolo pubblicato il 13 marzo scorso sulla rivista The Lancet all’Università di Bergamo, fa un quadro di come si evolverà la situazione
Fare una previsione di quanto i contagi da coronavirus caleranno e dove appare azzardato, ma c’è chi ha provato ad ipotizzare lo sviluppo futuro del virus. È stato l’Istituto Mario Negri di Milano, con un articolo pubblicato il 13 marzo scorso sulla rivista The Lancet. Qui l’istituto, assieme all’Università di Bergamo, ha annunciato come in pochi giorni si arriverà alla cifra di 30mila persone infettate.
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Siamo nel periodo di massimo concentramento del virus, per il quale ora bisognerà trovare nel giro di meno di un mese quattro mila posti letto per i ricoveri in terapia intensiva. Sul proprio sito ufficiale (CLICCA QUI) l’istituto ricorda: “Le previsioni sono riportate da Andrea Remuzzi e Giuseppe Remuzzi sulla base dei dati disponibili sul numero dei pazienti COVID-19, analizzano da un lato l’andamento del trend dei contagi e dall’altro il trend dei pazienti bisognosi di terapia intensiva. I dati disponibili fino ad oggi forniti dal Ministero della Salute seguono sostanzialmente un modello esponenziale che indica un valore di R0 compreso tra2,8 to 3,2. Se l’aumento del numero di pazienti infetti seguirà l’andamento esponenziale anche per la prossima settimana, ci potrebbero essere più di 30.000 infetti entro pochi giorni”.
L’Italia come la Cina, inizia il calo dei contagiati
Un quadro drastico, ma in fondo al tunnel c’è la luce. Della speranza che la situazione possa migliorare, certamente. Ma anche la consapevolezza che qualcosa succederà. Il dato positivo, paradossalmente, avviene se si confronta l’andamento del numero di pazienti attivi in Italia e quello registrato nella regione di Hubei in Cina. Le due aree geografiche sono simili, per numero di abitanti e distribuzione dell’infezione, e quindi il decorso potrebbe essere parallelo. Entro alcuni giorni si può dedurre come questo aumento potrebbe però divergere dall’andamento esponenziale e rallentare.
I dati dei ricoverati
La percentuale di pazienti in terapia intensiva segnalati quotidianamente in Italia tra il 1 marzo e l’11 marzo 2020, è stata costantemente compresa tra il 9% e l’11% tra i pazienti infettati. Ma se l’epidemia italiana seguirà quanto accaduto in Cina, il numero di nuovi pazienti infetti potrebbe iniziare a diminuire entro 3-4 giorni: “Attualmente – spiega Andrea Remuzzi – sono ancora pochi i dati da prendere in considerazione per formulare ipotesi più solide in merito al numero esatto di pazienti che saranno infettati nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. Dato che finora la percentuale di pazienti che richiedono la terapia intensiva è vicina al 10% dei pazienti infetti, si può prevedere che potrebbero essere teoricamente necessari fino a 4.000 posti letto di terapia intensiva durante il periodo peggiore dell’infezione, che sarà verosimilmente tra circa 4 settimane”.
La speranza è riposta nella scienza
Prosegue ancora il dottor Giuseppe Remuzzi: “Ci rendiamo conto che è molto verosimile che a questo numero di posti letto di terapia intensiva non si possa arrivare. Una percentuale speriamo significativa di pazienti accederà alla terapia intensiva, gli altri saranno trattati con supporti respiratori meno invasivi. Questa è una grossa sfida per l’Italia, perché ora ci sono poco più 5.200 posti letto in terapia intensiva in totale. Teniamo conto poi che abbiamo solo poche settimane per l’approvvigionamento di personale, attrezzature tecniche, e materiali. Sappiamo che il governo è al lavoro per approvare una legge che consentirà al servizio sanitario di assumere 20.000 medici e infermieri e di fornire altri 5.000 ventilatori agli ospedali italiani. Queste misure rappresentano un passo nella giusta direzione, ma il nostro modello ci dice che devono essere attuate con urgenza, nel giro di pochi giorni”.