L’obiettivo di Stellantis è quello di portare i ricavi a 20 miliardi di euro incrementali entro 8 anni circa, ossia entro il 2030. Per raggiungere il target, il gruppo ha deciso di puntare su una solida strategia software che permetta di utilizzare al meglio le piattaforme tecnologiche di ultima generazione. Partendo da tutte le funzionalità oggi già presenti sui veicoli connessi, si procederà così alla trasformazione del modo in cui i guidatori potranno interagire con essi.
Come ha spiegato l’azienda, il piano che porterà avanti fino al 2030 sarà bassato essenzialmente su cinque punti chiave: funzionalità on demand, politica dei prezzi e valore di rivendita, servizi e abbonamenti, servizio dati e servizi dedicati alle flotte e infine conquista del cliente.
L’aumento dei ricavi dovrebbe seguire di pari passo l’aumento del numero di vetture connesse a livello globale. Attualmente il gruppo ne conta circa 12 milioni ma si stima che entro il 2026 le auto connesse saranno 26 milioni (con circa 4 miliardi euro di ricavi) e che nel 2030 arriveranno a toccare quota 34 milioni (con circa 20 miliardi di euro di ricavi ogni anno). Tali numeri potranno essere raggiunti grazie alle ulteriori funzionalità e ai servizi innovativi proposti attraverso gli aggiornamenti over-the-air (Ota), che consentiranno di avere vetture al passo con i tempi anche se prodotte anni prima.
Stellantis prevede di lanciare nuove piattaforme nel 2024. La prima è Stla Brain, che può contare su una capacità del tutto over the air con 30 moduli indirizzati (contro gli attuali 10), servizi integrati con il cloud e la possibilità di usufruire di aggiornamenti Ota in grado di ridurre notevolmente i costi dei clienti e di Stellantis, soprattutto per quanto riguarda la manutenzione degli autoveicoli.
La seconda piattaforma, creata in collaborazione con Foxconn, è invece Stla SmartCockpit che mette a disposizione applicazioni basate sull’AI come navigazione, assistenza vocale, servizi a pagamento e servizi di e-commerce.
Per quanto riguarda in particolare la partnership con Foxconn, questa porterà alla progettazione di una famiglia di semiconduttori. L’obiettivo è quello di ottenere quattro tipologie di chip che possano coprire più dell’80% delle necessità di semiconduttori. Ma non solo. Perché si dovrebbero modernizzare anche i componenti e semplificare la catena di approvvigionamento.
immagine: Pixabay
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