Spotify, la nota piattaforma di musica in streaming, è stata costretta ad intervenire per mettere pace ad una forte controversia nata dalla decisione di sostenere Joe Rogan, famoso commentatore televisivo e comico statunitense, noto per avere un proprio podcast, The Joe Rogan Experience, popolare sia su Spotify e YouTube. Un podcast no vax però. Perché Rogan è a sfavore dell’utilizzo del vaccino anti-Covid.
Ne è seguito un fiume di polemiche, tra cui, le più veementi, quelle giunte da artisti del calibro di Neil Young e Joni Mitchell, il quale hanno chiesto a Spotify la rimozione della loro musica dalla piattaforma in segno protesta contro Rogan. E nelle ultime ore anche Meghan Markle e il principe Harry si sono dichiarati preoccupati per il podcast no-vax di Rogan. I vertici di Spotify hanno così deciso di indicare le linee guida che segui la piattaforma per fermare l’informazione fuorviante sul Covid sui suoi servizi.
Facciamo una premessa importante. Spotify ha concluso due anni fa un accordo da oltre cento milioni di dollari per avere l’esclusiva del podcast di Rogan. Ma nei giorni scorsi. Immaginate quindi l’impiccio. E l’abbandono di Spotify da parte di Young e Mitchell, con il conseguente invito agli altri colleghi di fare altrettanto, preoccupava gli investitori. Dall’inizio dell’anno la piattaforma ha infatti perso il 25% in borsa. Alla fine Spotify si è dovuta quindi arrendere.
“C’è stato molto dibattito sull’informazione sul Covid su Spotify. Abbiamo ascoltato le critiche e stiamo attuando modifiche per combattere la disinformazione“, afferma l’amministratore delegato Daniel Ek.
Neil Young nei giorni scorsi aveva scritto una lettera aperta minacciando di rimuovere tutte le sue canzoni da Spotify – un’azione che avrebbe comportato per lui una perdita secca del 60% dei suoi proventi da streaming – se Rogan avesse continuato ad avere diritto di cittadinanza sulla piattaforma: “Possono avere Young o Rogan, non tutti e due”.
Nelle ultime ore quindi i gestori di Spotify hanno deciso di dare un segnale rendendo pubbliche le linee guida (già in vigore da tempo) per la creazione dei contenuti che toccano argomenti come quelli relativi alla pandemia. Tra i passaggi più pertinenti con il tema oggetto delle recenti polemiche figurano quelli relativi al divieto di pubblicare contenuti che affermano che “AIDS, Covid-19, cancro e altri gravi malattie potenzialmente letali sono una bufala o non sono reali, o che incoraggiano le persone ad essere infettate di proposito da Covid-19 al fine di rafforzare l’immunità (ad esempio promuovendo o ospitando Covid party)”. Niente più podcast no vax quindi? Vedremo quali saranno gli sviluppi.
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