Fake news, i big di Internet sotto accusa cercano rimedio

Google e Facebbok stanno cercando di contrastare il dilagare di fake news e siti web che spacciano le falsità per fatti autentici attraverso il servizio ads


I colossi di Internet ce la stanno mettendo tutta per dare una risposta esaustiva a chi li accusa di aver diffuso ” fake news “, false notizie e false informazioni, permeando il web in modo da influenzare persino l’esito delle elezioni presidenziali statunitensi.
Secondo alcune dichiarazioni rilasciate prima da Facebook e poco dopo da Google, le società starebbero per mettere in atto una strategia che punta ad interrompere i siti web che spacciano falsità, differenziandoli dalle agenzie di stampa legittime.

Ma anche questo provvedimento potrebbe non essere sufficientemente esaustivo.

I teenager hanno una dimestichezza con il web che è assolutamente impattante. Basti pensare alle ore di permanenza su siti e social da parte dei ragazzi delle scuole superiori, e al fatto che i giovani vengano facilmente ingannati da fonti non attendibili e pubblicità ingannevoli che spopolano sia sui siti che sui social media.

Secondo uno studio condotto dalla Stanford University su circa 7.800 ragazzi interpellati, gli studenti valutano le informazioni che trovano on line quasi sempre credibili e si ritrovano ad essere incapaci di individuare le fake news e discernere tra verità e menzogna. Solitamente non controllano l’attendibilità delle fonti e non leggono per intero gli articoli che diffondono una particolare notizia.

Ai ragazzi è stato chiesto di simulare un comportamento di ricerca ed è emerso che il 40% di loro ritenga credibile la fonte con le statistiche più rilevanti, ma questo non è un criterio sufficiente di attendibilità. L’82% degli interpellati non è in grado di distinguere una pubblicità mascherata sotto forma di notizia da una notizia vera.

Quando ai ragazzi è stata sottoposto un bel grafico colorato, sponsorizzato dalla compagnia petrolifera Shell, messo a confronto con un articolo della Atlantic, gli studenti delle scuole superiori hanno sostenuto con fermezza che il materiale a marchio Shell fosse più attendibile perché forniva un maggiore quantitativo di dati e quindi di informazioni. Solo il 15% degli studenti ha dichiarato che l’articolo scientifico fosse il più affidabile.

L’incapacità di valutare le informazioni prosegue anche dopo, al college e nelle università. E la situazione non è affatto rosea.
In un ulteriore sondaggio, sottoposto agli universitari, è stato chiesto loro di esprimere un giudizio in riferimento a delle informazioni provenienti dall’ American College of Pediatricians, un gruppo organizzato che si esprime in modo veemente contro le donne e i diritti di LGBT. I giovani hanno apprezzato il look professionale delle informazioni sottoposte senza pesarne i contenuti pseudo scientifici.
Gli studenti – così come troppi adulti – non sono in grado di distinguere la verità dalla fantasia perché a loro non è mai stato insegnato come avere uno spirito critico. Ragion per cui anche un banale contenuto sponsorizzato ai loro occhi sembra vero e quindi credibile.

Questa carenza in termini di comprensione ha accresciuto il bisogno d sviluppare programmi informativi che portano i giornalisti all’interno delle scuole americane per aiutare gli studenti a imparare a capire la differenza tra fonti attendibili e il loro esatto opposto.
Nel corso dell’ultima campagna presidenziale, si è puntato il dito contro i social media, accusati di aver equivocato frequentemente le notizie vere da quelle inventate di sana pianta.
Le notizie false nascono secondo due principi: il primo è quello di manipolare le persone, diffondere disinformazione e diminuire la credibilità dei media, il secondo è quello di attrarre un numero di lettori tale da ricavare profitto dai click sul post collegato a pubblicità.

Google ha deciso di contrastare le fake news e ha annunciato che non consentirà più ai siti web di spacciare le falsità per fatti autentici, e regolamenterà questa pratica attraverso il proprio servizio di ads. Facebook ha fatto altrettanto, ma gli esperti di social media hanno detto che non servirà poi molto per interrompere il dilagare di notizie false.
Nel corso degli ulti tempi sia Google che Facebook hanno annunciato che rimuoveranno la dicitura “notizie” dai siti che non hanno diritto a questo tipo di etichetta.
Google, cambierà la sezione “Notizie” rinominandola “Top Stories” così da rimuovere l’implicazione che si tratti di notizie autentiche. Facebook ha presentato un piano composto da sette punti nei quali si dice che nel momento in cui l’inattendibilità di una notizia verrà confermata, il sito che ha diffuso falsità verrà etichettato visivamente con un alert che avvisi gli utenti.


Fake news, i big di Internet sotto accusa cercano rimedio - Ultima modifica: 2016-11-24T11:00:23+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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