Il CEO di Tesla, Elon Musk, ha illustrato la seconda parte del piano strategico della compagnia, quello che ha chiamato il Secret Tesla Motors Master Plan. Tanti i progetti presentati i progetti che riguardano nuove tipologie di veicoli che Tesla intende produrre in circa un anno, tra questi: – un SUV compatto basato sul Model […]
Il CEO di Tesla, Elon Musk, ha illustrato la seconda parte del piano strategico della compagnia, quello che ha chiamato il Secret Tesla Motors Master Plan.
Tanti i progetti presentati i progetti che riguardano nuove tipologie di veicoli che Tesla intende produrre in circa un anno, tra questi:
– un SUV compatto basato sul Model 3 (il modello più economico di Tesla, quello da 30.000 dollari),
– un nuovo tipo di pick up
– e una motrice a emissioni zero per i trasporti e il commercio, chiamata Tesla Semi.
Le varianti di questo automezzo andranno dagli autocarri pesanti, ai mezzi destinati al trasporto pubblico urbano, come gli autobus, ma bisognerà aspettare almeno il prossimo anno per vederli.
Elon Musk ha anche spiegato le motivazioni che spingono la società verso l’acquisizione di SolarCity, nonostante i bilanci in perdita di quest’ultima.
Secondo Musk l’unione tra Tesla e SolarCity (maggior produttore di pannelli solari negli usa e di proprietà dei cugini del CEO Tesla) è indispensabile per poter trasformare Tesla, trasformandola anche in un fornitore di energia. La proposta di acquisto per 2,5 miliardi USD è ancora in attesa del voto da parte degli azionisti di maggioranza.
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Tesla e le polemiche sull’Autopilot
Musk ha parlato molto anche dell’Autopilot, ancora in fase beta, e al centro ultimamente di molte polemiche. Ha definito “moralmente deplorevole” ogni tentativo di posticipare il lancio su larga scala della tecnologia di guida autonoma.
Nonostante si siano verificati incidenti, tra i quali quello che ha coinvolto Joshua Brown – dall’esito mortale – e la società sia stata sottoposta a d un severo esameda parte di organi di governo statunitensi, Musk difende l’Autopilot: un sistema di guida semi-autonomo che permette al guidatore di togliere le mani dal volante per alcuni minuti, sottolineando come sia indispensabile il suo utilizzo corretto per garantire la più totale sicurezza.
Il Machine Learning sembra essere uno dei futuri cardini delle dotazioni dei veicoli Tesla, ma la fase di test è ancora in corso. Secondo Musk prima dell’adozione definitiva della guida autonoma sulle auto passeranno ancora molti anni e sarà necessario un adeguamento delle infrastrutture. A fronte di circa 5 milioni di chilometri testati, per garantire una sicurezza assoluta, ne occorreranno almeno 10 miliardi.
Un futuro da Uber
Una volta che Tesla sarà riuscita a gestire efficientemente la guida autonoma, Musk punterà ad inseguire Uber e Lyft, per realizzare la visione di Musk: un mondo in cui le automobili di privati, ovviamente in questo caso si tratterebbe di Tesla, vanno in giro vuote per la città in totale autonomia, fungendo da taxi indipendenti, diventando una fonte di guadagno per il proprietario del veicolo nei momenti in cui l’auto rimane inattiva (cioè la maggior parte del tempo).
Riassumendo i punti strategici del Master Plan 2016, la società si sta impegnando nella creazione di pannelli solari integrati, nell’espansione delle auto elettriche indirizzandole verso tutti i segmenti maggiori del mercato, nello sviluppo di una guida automatica dieci volte più sicura di quella manuale che attraverso il machine learning ottenuto da flotte interconnesse tra loro, farà in modo che il mezzo privato diventi un modo per guadagnare durante i periodi di inattività.
Dal 2006 ad oggi
Il piano originale di Musk, o meglio, la prima parte del suo Manifesto del 2006 chiamato Master Plan, era composto da uno schema molto semplice che aveva come obiettivo quello di accelerare il passaggio dall’economia degli idrocarburi all’economia elettrica solare. In breve, il piano prevedeva: la costruzione di auto da corsa elettriche, di usare poi i ricavi delle auto da corsa per produrre automobili sostenibili, usare questi ultimi ricavi per ridurre i costi delle auto sostenibili e il tutto ad emissioni zero.
Gli appassionati di Tesla hanno potuto constatare in quale modo il piano originario abbia subito delle variazioni lungo il corso degli ultimi dieci anni e la maggior parte dei cambiamenti ha a che fare con i costi spesso proibitivi che la costruzione da zero di un’auto comporti: e ottenere profitti è un processo laborioso.
Sogni e costi
Nella prima parte del piano, Musk sosteneva di essere in grado di vendere il secondo modello della compagnia, quello che noi conosciamo come Model S, almeno a metà prezzo di quello stimato attorno agli 89.000 USD per il Tesla Roadster. Attualmente, i prezzi hanno visto un calo, ma sono ben lontani dalla previsione di dimezzare i costi: il Model S costa 70.000 USD nel suo allestimento base e 100.000 full optional. Chissà se il progetto di rendere il model S una Family Car attorno ai 35.000 USD si realizzerà davvero entro il 2017.
Sebbene i costi per l’acquisto dei veicoli Tesla siano alla portata almeno della fascia alta del mercato, la società non è mai stata in attivo da quando è entrata sul mercato nel 2010. E c’è di più, attualmente la società è in deficit di 4.2 miliardi di dollari, secondo una stima del Wall Street Journal. Ciò nonostante si spera che questa nuova fase del Master Plan porti a maggiori profitti e stabilità per la compagnia che prevedeva una vendita tra gli 80.000 e i 90.000 veicoli e che invece ha chiuso il 2015 a quota 50.580.